Approvato ieri in via definitiva dal Senato in terza lettura il decreto sulla pubblica amministrazione. Ora si aspetta solo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge di conversione. Il testo del Dl nei passaggi alle Camere ha subito una serie di modifiche. Dal prossimo gennaio e per un triennio si apre una nuova stagione di concorsi pubblici al 50% dedicati al personale precario della Pa, e in particolare a coloro che hanno cumulato tre anni di contratto negli ultimi cinque, per tentarne una forma di stabilizzazione graduale e rispettosa dei vincoli di bilancio e dell’articolo 97 della Costituzione. Fino al 2016 verrà inoltre prorogata la validità delle graduatorie aperte di vincitori e idonei, vien data alle Pa la facoltà di assumere con contratti a termine chi ha vinto per un posto fisso e di prorogare i terministi fino all’espletamento dei nuovi concorsi. Il documento di conversione in legge del decreto
Con il via libera in terza lettura al Senato senza modifiche aggiuntive rispetto a quelle introdotte alla Camera (174 sì, 53 no e 1 astenuto) il Dl 101 di agosto diventa legge dello Stato. A esso non dovrebbe dunque seguire alcun provvedimento di «proroga termini» per gestire il complesso mondo dei contratti flessibili nel settore pubblico, oltre 122mila escludendo quelli del settore scuola.
Il provvedimento, 13 articoli in tutto, unaproroga in realtà la contiene e riguarda i termini per la gestione degli esuberi determinati dalla spending review del luglio 2012: per i pensionamenti degli addetti in eccedenza rispetto alle nuove dotazioni organiche ci sarà tempo fino al fine 2016 (due anni in più rispetto alle ipotesi originarie) mentre entro fine anno dovranno essere dichiarati gli “esuberi nonriassorbibili” per i quali si apre la mobilità tra uffici (anche qui il ritardo è di un anno sulla tabella di marcia).
Il testo introduce un nuovo giro di vite sulle spese correnti (auto blu e consulenze) attiva una mobilità speciale per coprire vuoti di organico nel settore Giustizia e riconosce la possibilità di assumere mille vigili del fuoco. Via libera anche alla nuovaAutoritànazionaleanticorruzione(ex Civit) cui restanotutti i poteri precedenti anche in materia di valutazione, trasparenza e integrità: ora si dovrà nominare il nuovo presidente entro un mese.
In materia di trasparenza da segnalare anche la norma che impone a tutte le amministrazioni ele società controllate (escluse le quotate o emittenti di strumenti finanziari) di comunicare annualmente al Dipartimento Funzione pubblica dati disaggregati sul costo del personale, che dovranno poi essere illustrati al Parlamento con una Relazione annuale del ministro. Norma di ulteriore rilievo è poi quella per l’Ilva di Taranto: apertura di discariche interne e potere di utilizzo deibeni sequestrati da parte del custode amministrativo.
Soddisfatto il ministro per la Pa e la Semplificazione, Gianpiero D’Alia, che in una nota parla di un passo in avanti importante verso una Pa più giusta, meritocratica e trasparente. «È un testo – spiega D’Alia – che affronta con coraggio emergenze sociali non rinviabili. In una fase economica complicata e con poche risorse a disposizione, rispondiamo a due ingiustizie: quella dei contrattisti, ai migliori dei quali diamo una speranza di assunzione stabile attraverso selezioni riservate, e quella dei vincitori di concorso, verso cui lo Stato non ha onorato l’impegno preso di inserirli nelle amministrazioni». (Il Sole 24 Ore)
Pa, riserva del 50% ai precari, a un giorno dalla scadenza convertito in legge il decreto sulla pubblica amministrazione
Metà dei posti in ballo nei nuovi concorsi della pubblica amministrazione «prenotata» (fino al 2016) dai precari, purché abbiano alle spalle contratti a termine per almeno tre anni nell’ultimo quinquennio. E maglie (sempre più) larghe per il Sistri, poiché le sanzioni per chi non ottempererà ai vincoli del metodo informatizzato per tracciare i rifiuti resteranno «congelate» per almeno dieci mesi, mentre le imprese agricole ne saranno addirittura esentate. Diventa legge il giorno prima della sua decadenza il decreto 101/2013, contenente misure finalizzate alla riduzione delle spese, la mobilità e l’efficienza amministrativa, approvato definitivamente ieri, in terza lettura, a palazzo Madama, con 174 voti a favore, 53 contrari e un astenuto.
Per porre un argine al precariato, dunque, viene sanzionata la stipulazione di contratti che eludono l’obbligo di reclutamento tramite concorso: per tutto il 2016 la p.a. potrà effettuare assunzioni ricorrendo alle graduatorie vigenti di vincitori e idonei.
E, per quel che concerne i nuovi bandi, sempre fino al 31 dicembre 2016 saranno riservati a chi vanta rapporti pari a tre anni di servizio negli ultimi cinque; più agevole, poi, il trasferimento degli addetti con la stessa qualifica da una struttura all’altra, anche senza tener conto del blocco del «turn over».Addio alla moltiplicazione di concorsi: scatteranno dal 1° gennaio le procedure uniche, organizzate dal dipartimento della Funzione pubblica della presidenza del Consiglio con la commissione per l’attuazione del progetto Ripam (che raccoglie le iscrizioni); tuttavia, nell’eventualità siano riscontrate carenze di organico relative a una singola regione, e vi siano amministrazioni con necessità di dotarsi di «specifiche professionalità», spetterà a esse l’avvio dei bandi.
Una norma, inoltre, dà una chance ai lavoratori a termine nelle province (in via di riordino), i cui contratti potranno essere allungati fino al prossimo 31 giugno, così come si apre all’inserimento degli ex collaboratori di giustizia nel pubblico impiego. Quanto al personale in esubero (si contano a oggi circa 7-8 mila unità rilevate solo nelle amministrazioni centrali), viene prorogata la possibilità di andare in pensione con le regole antecedenti la riforma Fornero (214/2011), portando da fine 2014 a fine 2015 il limite per il raggiungimento dei requisiti; niente più «accumuli di reddito», poi, per dirigenti delle società partecipate in attivo (escluse quelle che emettono «strumenti finanziari», fra cui Eni e Finmeccanica), i cui emolumenti non si sommeranno all’eventuale trattamento pensionistico di vecchiaia o anzianità, mentre i manager con prestazione previdenziale di aziende che abbiano chiuso l’esercizio in perdita dovranno lasciarle, cessando il rapporto «entro il 31 dicembre 2013».
Per migliorare la gestione delle cospicue e preziose risorse europee nasce l’agenzia per la coesione territoriale, che presidierà la fase di attuazione e avrà funzioni di monitoraggio sistematico dei progetti, e soprattutto di accompagnamento e supporto degli enti centrali e regionali titolari degli interventi finanziati dai fondi strutturali e dal Fondo sviluppo e coesione; l’organismo, si legge nel provvedimento, potrà anche assumere poteri sostitutivi, nel caso in cui si verifichino gravi inadempienze, o ritardi ingiustificati.
Infine, il dl 101 ammorbidisce il Sistri, la procedura per tracciare i rifiuti, entrata in vigore il 1° ottobre: sanzioni «al palo» per almeno dieci mesi, in attesa di un decreto che disciplini la sperimentazione.E aziende agricole sollevate dagli obblighi. (ItaliaOggi)
Decreto PA. Via libera anche dal Senato. Il provvedimento è legge. Le norme per la sanità
Passa con 174 sì, 53 no e un astenuto il decreto sulla Pubblica Amministrazione che ha norme per la riduzione delle spese, la mobilità e l’efficienza amministrativa. Il decreto è stato convertito in legge un giorno prima della sua decadenza. Il testo approvato.
Il Senato ha approvato in terza lettura con 174 sì, 53 no e un astenuto il decreto sulla Pubblica Amministrazione che ha norme per la riduzione delle spese, la mobilità e l’ efficienza amministrativa. Il decreto è convertito in legge un giorno prima della sua decadenza. In Aula il relatore, Giorgio Pagliari (PD), si è soffermato sulle modifiche introdotte dall’altro ramo del Parlamento, sollecitando un esame tempestivo in considerazione dell’imminente scadenza del decreto-legge.
L’articolo 1 reca disposizioni volte a ridurre le spese per auto di servizio e consulenze nella pubblica amministrazione. Viene infatti previsto, per il 2014, un tetto pari all’80% del limite di spesa per l’anno 2013 e pari, per il 2015, al 75% del limite per il 2014.
L’articolo 2 interviene in materia di organico soprannumerario, conferimento di incarichi, revisione della spesa per il personale. Si prevede che per i dipendenti pubblici in soprannumero trovi applicazione la disciplina pensionistica vigente prima della riforma Fornero e che dal 1° gennaio 2014 tutte le amministrazioni pubbliche, inclusi gli organi costituzionali, siano assoggettate al controllo del costo del lavoro.
Per gli ordini, i collegi professionali, i relativi organismi nazionali e gli enti aventi natura associativa che sono in equilibrio economico e finanziario è stabilita l’esclusione dall’applicazione della Spending Review approvata durante il Governo Monti. Saranno però chiamati ad adeguarsi, con propri regolamenti e tenendo conto delle relative peculiarità, ai princìpi generali di razionalizzazione e contenimento della spesa.
Viene poi specificato che le norme contenute nell’articolo 24 sui trattamenti pensionistici del Decreto Salva Italia (legge 214 del 2011) si applica anche ai dipendenti delle regioni, delle aziende sanitarie locali e degli enti strumentali, che alla data del 4 dicembre 2011 hanno in corso l’istituto dell’esonero dal servizio o che abbiano presentato le domande del 4 dicembre 2011.
Si stabilisce inoltre che i contratti stipulati dall’Agenzia italiana del farmaco per l’attribuzione di funzioni dirigenziali possano essere prorogati, in mancanza di professionalità interne, comunque non oltre il 31 ottobre 2014, anche in sede di riorganizzazione ma nel limite dei posti disponibili in pianta organica. Senza però nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
All’articolo 3, in tema di mobilità nel pubblico impiego e nelle società partecipate, si prevede che le procedure di mobilità debbano essere attivate dalle amministrazioni previo esame congiunto con le organizzazioni sindacali. Ha aggiunto inoltre la previsione secondo cui i dirigenti delle società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni o enti pubblici che siano titolari di trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità in corso di erogazione, abbiano sospeso il trattamento pensionistico per la durata dell’incarico dirigenziale.
All’articolo 3-bis si stabilisce che, al fine di assicurare il contenimento della spesa, degli oneri a carico del bilancio consolidato, le amministrazioni possano provvedere alla revisione con riduzione del prezzo dei contratti di servizio stipulati con le società e gli enti direttamente o indirettamente controllati.
All’articolo 4, recante disposizioni in tema di precariato e di assunzioni nel pubblico impiego, è previsto che si potranno indire nuovi concorsi per le assunzioni a tempo indeterminato esclusivamente in assenza di graduatorie vigenti, le quali rimarranno in vigore fino al 2016. A decorrere dal 1° gennaio 2014 è previsto l’istituto del concorso pubblico unico per il reclutamento dei dirigenti statali, la cui organizzazione spetta al Dipartimento della funzione pubblica senza oneri per la finanza pubblica. Quanto alla stabilizzazione del personale precario, la Camera dei deputati ha esteso fino al 31 dicembre 2016 il termine per bandire concorsi per assunzioni a tempo indeterminato di personale precario nelle pubbliche amministrazioni, nel limite massimo del 50 per cento delle risorse disponibili. E’ stata ampliata inoltre la possibilità per le pubbliche amministrazioni di prorogare i contratti di lavoro a tempo determinato dei soggetti che abbiano maturato almeno tre anni di servizio alle loro dipendenze.
In particolare per il comparto sanità si prevede che la regolarizzazione dei precari avvenga tramite un successivo decreto del presidente del consiglio dei ministri che individuerà, “per il personale dedicato alla ricerca in sanità”, quali “requisiti per l’accesso ai concorsi, dei titoli di studio di laurea e post laurea in possesso del personale precario nonché per il personale medico in servizio presso il pronto soccorso delle aziende sanitarie locali, con almeno 5 anni di prestazione continuativa, ancorché non in possesso della specializzazione in medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza”.
Sul versante dei certificati per l’attività sportiva non agonistica è previsto che questi “sono rilasciati dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, o dal medico specialista in medicina dello sport ovvero dai medici della Federazione medico- sportiva italiana del Coni”. Ai fini del rilascio di tali certificati, i “medici si avvalgono dell’esame clinico degli accertamenti incluso l’elettrocardiogramma, secondo linee guida approvate con decreto del Ministro della salute, su proposta della Federazione nazionale degli ordini dei medici-chirurghi e degli odontoiatri, sentito il Consiglio superiore di sanità. Dall’attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
L’articolo 4 Ter corregge la norma della Riforma Fornero che aveva creato non pochi imbarazzi costringendo i lavoratori donatori di sangue ad allungare la propria permanenza sul posto di lavoro per un numero di giorni pari ai permessi ottenuti per i prelievi o a decurtarsi del 2% l’assegno previdenziale nel caso in cui non volessero recuperare le giornate perse. L’emendamento del Senato prevede infatti che i lavoratori domatori di sangue ed emocomponenti possano usufruire dei permessi lavorativi per il prelievo senza alcuna penalizzazione sul trattamento pensionistico
Ulteriore novità, il decreto prevede che “limitatamente ai benefici riconosciuti in relazione alla donazione di sangue e di emocomponenti, è autorizzata la spesa di 0,2 milioni di euro per l’anno 2013, di 2 milioni di euro per l’anno 2014, di 3 milioni di euro per l’anno 2015, di 4 milioni di euro per l’anno 2016 e di 5 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2017. Novità anche per i congedi parentali di maternità e di paternità, per i quali è autorizzata la spesa di 0,6 milioni di euro nel 2013, 3 milioni nel 2014, 5 milioni nel 2015, 8,7 milioni nel 2016 e 11,4 milioni a decorrere dal 2017.
L’articolo 11, infine, modifica la disciplina del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI), circoscrivendo la platea dei soggetti obbligati ad aderire al sistema e fissando le norme per la specificazione dei soggetti e l’individuazione di ulteriori categorie cui applicare il sistema medesimo. In merito all’applicazione delle sanzioni per le violazioni connesse al sistema, è disposto che, per dieci mesi a partire dal 1° ottobre 2013, non si applicano le sanzioni, principali e accessorie, per il mancato rispetto della normativa. (Quotidiano sanità)
30 ottobre 2013