Roberto Petrini, da Repubblica. L’obiettivo resta 10 miliardi, ma nel menù della spending review entra a pieno titolo la sanità: «Ci sono ospedali che hanno squilibri nella gestione economica di decine di milioni, dovremo intervenire». Yoram Gutgeld, commissario alla revisione della spesa e parlamentare del Pd, spiega a Repubblica i contenuti delle misure che il governo prenderà nella prossima legge di Stabilita, provvedimento cruciale dopo l’annuncio di Renzi sulla riduzione delle tasse. «Non faremo scelte da ragionieri, ma ci preoccupa migliorare l’operatività e i servizi dello Stato», assicura. Dieci miliardi una bella cifra, ce la farete? «Sì, anche perché non partiamo da zero, partiamo sia dal lavoro fatto da Cottarelli sia da iniziative in corso». Quali ad esempio? «Per esempio il “patto della salute”. L’anno scorso il ministro Lorenzin ha firmato un patto con le Regioni che prevede uno sforzo di efficientamento del sistema».
«Sforzo che produrrà risorse destinate ad essere reinvestite nella sanità oltre che essere utilizzate per raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica».
Il punto è questo, ci si aspetta di sapere quanto verrà dalla sanità e con quali misure.
«È prematuro dare numeri specifici in questo momento».
E le misure?
«Mi lasci dire che noi abbiamo complessivamente un ottimo sistema sanitario. Ma esistono spazi di miglioramento. Abbiamo ospedali gestisti bene ed altri meno bene con squilibri nella gestione economica di decine di milioni. Noi crediamo che sia giusto prevedere che questi ospedali facciano uno sforzo per equilibrare la gestione economica nell’arco di un determinato numero di anni».
Come riuscirete a convincere gli ospedali e le Asl ad intervenire?
«Intanto criteri, modalità e tempistiche dovranno essere concordati con la Conferenza Stato-Regioni. Renderemo prima di tutto trasparenti e pubblici questi dati e prevederemo un meccanismo di aggiustamento degli squilibri. Per chi ne ha bisogno, metteremo a disposizione le risorse e le competenze necessarie per arrivarci».
Se l’ospedale non ce la fa, o non collabora, sono previste sanzioni?
«I meccanismi dovranno essere concordati con la conferenza Stato-Regioni. Sarà un processo progressivo».
È il solito problema degli ospedali del Sud inefficienti?
«No, guardi, ci sono ospedali efficienti al Sud e al Nord e ospedali inefficienti al Sud come al Nord».
Solo gli ospedali sono sotto la vostra lente?
«No, abbiamo rilevato differenze importanti tra Regioni e all’interno di singole regioni nelle prescrizioni di esami clinici. Uno dei motivi è la cosiddetta “medicina difensiva”, esami prescritti per non incorrere nel rischio di cause legali dei pazienti. È un fenomeno che già si è verificato negli Stati Uniti, portando un notevole aumento dei costi oltre che riluttanza dei medici ad operare in situazioni rischiose e complicate. Su questo fronte c’è già un lavoro del ministero per risolvere questo problema che vorremmo accelerare ».
Quindi come avete intenzione di intervenire sulla diagnostica?
«Ragioneremo insieme alla Conferenza Stato-Regioni su obiettivi specifici utilizzando soglie di riferimento. Questo meccanismo è già previsto dall’intesa con le Regioni di quest’anno: si tratta di proseguire su questa strada».
C’è un’altra obiezione: lei è anche un parlamentare del Pd, non teme il disagio sociale di queste misure sulla sanità?
«No, anzi questo nuovo approccio per rendere le strutture più efficienti porterà nel tempo non solo un risparmio ma un miglior livello di servizio».
Il pacchetto sanità si chiude qui, o c’è da aspettarsi dell’altro?
«C’è la questione degli acquisti ».
È una vecchia storia, la siringa che costa di più nella Asl del Sud che in quella del Nord.
«E’ una vecchia storia, ma ora la risolviamo. Le stazioni appaltati da giovedì scorso sono una trentina, una per Regione più quelle delle città metropolitane. Da settembre lavoreremo sul calendario delle gare nazionali e regionali a partire dal gennaio 2016».
Per arrivare a 10 miliardi mancano altri addendi: quali sono gli altri pilastri della spending review?
«L’idea, voglio rassicurare tutti, è quella di dare servizi di maggiore qualità non di fare macelleria sociale. Come già previsto dalla delega Madia sulla pubblica amministrazione stiamo lavorando per esempio sulle forze di polizia. Ci vuole maggiore coordinamento tra i principali corpi “generalisti”, carabinieri, polizia e Guardia di Finanza. L’obiettivo è quello di evitare sovrapposizioni: per esempio la sorveglianza sui mar sarà coordinata dalla Guardia di Finanza che è il corpo più adatto e maggiormente presente. Il coordinamento libererà più risorse per consentire un maggior presidio sul territorio, cioè maggior sicurezza.
Misure che porteranno sicuramente recuperi di efficienza ma saranno in grado di finanziare il mega taglio delle tasse che costa 35 miliardi nei prossimi tre anni?
«Abbiamo in totale 15 “cantieri di lavoro” che riguardano tutta l’attività della pubblica amministrazione, dai ministeri agli enti locali. Questi cantieri porteranno risparmi crescenti nel tempo. Stiamo lavorando con un orizzonte di tre anni esattamente come la rivoluzione delle tasse annunciata dal presidente del Consiglio». (Repubblica – 26 luglio 2015)
MA PER QUOTIDIANO SANITÀ QUEL TITOLO DI PRIMA PAGINA È FUORVIANTE
Da Quotidiano sanità. Al ministero della Salute si dicono tranquilli, e proprio per questo non ci saranno né smentite, né precisazioni. Quel titolo di Repubblica viene infatti considerato sostanzialmente fuorviante, perché l’intervista dice altro e perché il ministro Lorenzin si è già incontrata con Gutgeld per concordare il piano d’azione per la sanità in linea con il Patto per la Salute.
E sì, perché la prima cosa che abbiamo fatto stamattina, dopo aver letto il titolo dell’ampia intervista a Repubblica del commissario alla spending review Yoram Gutgeld, da sempre vicinissimo al premier Matteo Renzi, che spara un “Tagli sulla sanità, così risparmiamo 10 miliardi” (questo il titolo che appare in prima pagina di Repubblica, ndr), e averlo confrontato con il contenuto della stessa intervista dove di quei 10 miliardi di tagli alla sanità non si parla affatto, è stata quella di verificare con il ministero quale fosse stata la loro reazione. Una reazione, come abbiamo visto, sotanzialmente serena. Ma certo quel titolo qualche problema di percorso siamo certi che lo creerà.
In ogni caso, come dicevamo, leggendo bene l’intervista al responsabile della revisione della spesa, di tagli alla sanità nei termini espressi nel titolo non c’è traccia. Intanto i 10 miliardi si riferiscono al complesso dei risparmi che si spera di conseguire con la spending e non solo alla sanità. E poi, a parte ciò, le misure citate da Gutgeld non sono una novità e molte sono già in atto.
26 luglio 2015