Criteri più stringenti contro l’inquinamento da Pfas. L’Usl 5 dà ragione al sindaco «grillino» di Sarego e fa marcia indietro sulle sostanze perfluoroalchiliche, gli inquinanti scoperti nelle falde della valle dell’Agno e del Basso Vicentino e Veronese, sulla cui concentrazione è in corso una campagna a tappeto di rilevamento nei pozzi privati.
Il sindaco Sarego aveva contestato frontalmente i criteri sulla potabilità diffusi dall’azienda sanitaria ai comuni, che si basavano sui valori limite consigliati dall’Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare.
Limiti più elevati, e perciò più blandi, rispetto a quelli prescritti dall’Istituto Superiore della Sanità. «Le direttive della Regione – spiega il primo cittadino Roberto Castiglion, del Movimento 5 Stelle – prescrivono valori limite di Pfas molto più bassi». In base ai nuovi criteri salgono a ben 61, su 84 finora analizzati, i pozzi di Sarego considerati non potabili: in pratica tre su quattro. Con i criteri precedenti erano appena nove.
Lo scorso 16 gennaio il sindaco pentastellato Castiglion ha emanato un’ordinanza di non potabilità, e ieri in un vertice ad Arzignano, l’Usl 5 ha accolto i nuovi criteri e li ha comunicati agli altri sindaci interessati dall’inquinamento, i primi cittadini di Brendola, Alonte e Lonigo. L’azienda sanitaria dal canto suo fa sapere che «si atterrà alla interpretazione più rigorosa e maggiormente cautelativa per la salute pubblica dei valori emersi dalle indagini in corso». Le analisi già effettuate verranno quindi riviste.
Corveneto – 22 gennaio 2015