Dal punto di vista strutturale ci sono i soliti problemi, denunciati già più volte dal suo predecessore Antonio Padoan: una popolazione anziana elevatissima (addirittura nel Comune di Venezia gli ultra-65enni sono il 27 per cento), un territorio vasto e con collegamenti difficili e costosi, l’enorme pressione dei turisti, con tutto quello che ne consegue.
Ma a minare ancor più i conti dell’Usl 12 sono arrivati l’anno scorso anche dei salassi inattesi: dalla cartella di Equitalia di oltre 4 milioni di euro per una vecchia questione, ai 600 mila euro per una causa persa con i biologi, dai circa 3 milioni di euro di manutenzioni nei due ospedali (Civile e Angelo) all’aumento degli investimenti per dare ai cittadini un servizio migliore, anche sulla base delle direttive regionali. E così, con una delibera approvata nei giorni scorsi, il direttore generale Giuseppe Dal Ben è stato costretto a prendere atto che, dopo un 2013 chiuso con un passivo di 47 milioni di euro (circa la metà di quelli dell’era Padoan, che avevano sfiorato i 100 milioni), il 2014 ha avuto una netta inversione di tendenza: dopo il segno meno, che all’Usl 12 (anche per i motivi strutturali di cui sopra) non manca mai da anni, c’è infatti la cifra di 68 milioni, con un peggioramento dei conti di 21 milioni. «Il dg ritiene necessario, per raggiungere il pareggio di bilancio, un maggior finanziamento che tenga conto del particolare profilo dei costi aziendali – è scritto nel provvedimento 1731, pubblicato il 17 luglio scorso – e richiede alla Regione del Veneto un contributo a totale copertura della perdita di esercizio 2014».
E pensare che l’Usl aveva incassato circa 15 milioni in più rispetto all’anno precedente, soprattutto grazie ai rimborsi per i farmaci da altre Usl e a un aumento dell’attrattività. Ma i costi sono aumentati del doppio (31 milioni), soprattutto per «colpa» delle cause, delle manutenzioni, dell’aumento dell’Iva e dell’incremento dei servizi. Non che sia un male, ovviamente, quest’ultima voce: l’Usl ne è fiera, ma i conti ne hanno risentito. Circa 600 mila euro è costato l’hospice del Policlinico San Marco, un milione e mezzo il potenziamento dell’attività di radiologia (quasi 7 mila prestazioni in più in un anno, soprattutto legate al pronto soccorso, che però comportano tante spese in più visto che la refertazione è gestita dai privati), 100 mila euro per il nuovo contratto dei medici di base e oltre un milione per il personale. L’Usl nel 2014 ha infatti coperti molti posti di primario che erano rimasti vacanti da tempo, ha incrementato il personale di Ostetricia e Ginecologia (dopo la chiusura del punto nascita di Villa Salus), ha assunto 6 tra infermieri e tecnici di radiologia per coprire quegli esami di sera e nei giorni festivi che sono stati uno dei fiori all’occhiello del governatore Luca Zaia. E quest’anno si raddoppia, visto che l’Usl ha già programmato 10 mila prestazioni serali e festive contro le 5 mila dell’anno precedente, con un investimento di mezzo milione di euro per pagare medici e infermieri che si fermano oltre l’orario di lavoro. «Uno sforzo nell’interesse del cittadino – sottolinea l’azienda – sono orari molto graditi dall’utenza e accorciano i tempi d’attesa». Nel 2014 l’Usl veneziana è sempre stata in linea, se non sopra, gli standard regionali, con il 92,3 per cento sulle urgenze e il 99,2 per cento sulle ricette a 180 giorni.
Nel finale Dal Ben indica anche alcune strade per cercare di ridurre il deficit: più prevenzione e vaccini, più servizi di rete per ridurre l’ospedale a luogo delle cure acute, più appropriatezza delle prestazioni, più informatizzazione ed efficienza.
Alberto Zorzi – Il Corriere del Veneto – 26 luglio 2015