«Sì, qualche mese fa ho ricevuto la nuova tessera. Se c’è qualcosa di pregresso da pagare alla buvette, sono pronto a farlo », assicura l’ex parlamentare di lungo corso Paolo Cento. Ma a cosa si riferisce? Da settimane il servizio per la gestione amministrativa della Camera sta esaminando in modo informale le posizioni di alcuni ex deputati. Sono in trentaquattro sotto osservazione.
E il motivo è semplice : nella scorsa legislatura hanno lasciato un debito nei confronti del famoso bar interno di Montecitorio. Gli importi per ciascun ex parlamentare oscillano dai 300 agli 800 euro. E, secondo i calcoli degli uffici, l’ammontare del passivo sfiora la cifra di 20 mila euro.
La questione quindi è arrivata sulle scrivanie dell’amministrazione. E non è da escludere che al rientro della pausa estiva i piani alti di Montecitorio possano intervenire e prendere provvedimenti. In effetti, ammette Paolo Fontanelli, deputato-questore in quota Pd, «possono esistere dei casi di ex parlamentari per una tessera ricaricabile scaduta. Anche se – aggiunge il democrat – qualsiasi disposizione amministrativa di nuova spesa deve passare dall’Ufficio di presidenza. Non esiste alcuna possibilità senza il nostro lascia passare ». Un modo per dire che qualsiasi “ condono” dovrà in ogni caso essere esaminato dai vertici di Montecitorio. Il grillino Riccardo Fraccaro, membro dell’ufficio di Presidenza, è pronto ad andare oltre: «Se emergeranno elementi, approfondiremo».
Ma come è accaduto che il caffè dell’onorevole sia stato pagato a credito? Ogni deputato è munito di una “recharge card”, una tessera ricaribile per pagare alcuni dei servizi della Camera come la buvette o il ristorante. Ma può anche registrare un “rosso”. I deputati infatti sono autorizzati a segnalare il numero della tessera e attivare una sorta di “pagherò”. Alcuni di quelli che hanno lasciato lo scranno nel 2013 (perchè non rieletti o perchè trasferiti al Senato), però, si sono dimenticati di saldare il conto finale. E gli scontrini “dimenticati” si sono accumulati fino a raggiungere la cifra di venti mila euro circa.
Dunque, chi pagherà? Di certo, in prima istanza il servizio per la gestione amministrativa ha provveduto a cancellare le trentaquattro vecchie tessere. Il passo successivo è stata l’emissione di nuove card, consegnate proprio nelle scorse settimane. Ma la vicenda potrebbe produrre delle puntate ulteriori. Al rientro dalla ferie d’agosto tornerà a riunirsi l’ufficio di presidenza. E il dossier che in queste settimane l’amministrazione di Montecitorio sta prendendo ufficiosamente in esame, potrebbe arrivare sul tavolo di Laura Boldrini. E in quella sede i vertici del Palazzo dovranno decidere il da farsi.
Repubblica – 9 agosto 2015