Con la riforma sanitaria ai blocchi di partenza (Azienda zero e riduzione delle Usl da 21 a 7 da una parte, ambulatori h24 dall’altra), medici di famiglia e Tribunale del Malato ?rmano un accordo per registrare il reale «gradimento» dei veneti in merito alla riorganizzazione dei servizi. Il protocollo prevede l’istituzione di un Osservatorio regionale e di sette Osservatori provinciali permanenti deputati a segnalare alla giunta Zaia bisogni, criticità, punti di forza e carenze relativi al nuovo assetto della sanità.
«Vogliamo sapere dalla viva voce dei pazienti come funzioneranno le 147 Medicine di gruppo integrate (gli ambulatori h24, ndr), al centro della riforma prevista dal Piano sociosanitario – spiegano Giuseppe Cicciù, coordinatore del TdM, e Flavio Magarini, presidente regionale di Cittadinanzattiva -. I primi 20 presidi nasceranno nell’Usl 13 di Mirano a metà ottobre e da ?ne dicembre cominceremo a intervistarne gli utenti». «Creeremo macroaree di opinion leader – spiega Domenico Crisarà, segretario di Fimmg Veneto, sigla dei medici di famiglia- per esempio i disabili, i non autosuf?cienti, i malati oncologici seguiti a casa. Abbiamo bisogno di qualcuno che guardando da fuori il nuovo assetto ci dica quali svantaggi o vantaggi porti al paziente, in termini propositivi, così da consentirci di aggiustare il tiro».L’Osservatorio è aperto anche agli infermieri, che lavoreranno negli ambulatori h24 con dottori di base, specialisti, amministrativi e, propongono i Comuni, psicologi. Se ne è parlato al convegno «La sanità veneta tra eccellenze e criticità… quale ruolo per il cittadino?», organizzato ieri a Vicenza da Cittadinanzattiva, che in 18 ospedali veneti ha attivato altrettante sedi del Tribunale per i diritti del Malato, giunto ai 35 anni di vita. Per festeggiarli, è partita la campagna «Sono malato anch’io. La mia salute è un bene di tutti», di scena appunto a Vicenza con il simposio e con un gazebo in piazza Matteotti in cui gli operatori dell’associazione, dalle 9.30 alle 16 di oggi, illustreranno ai cittadini i loro diritti e doveri in sanità. Intanto Alessandra Moretti e Giovanna Negro, capogruppo in Regione di Pd e Fare, sollevano perplessità sull’Azienda Zero, mentre Cristina Ghiotto, tecnico regionale, sottolinea: «Il 19% dei veneti non usa il Servizio sociosanitario, il 41% vi ricorre senza averne bisogno e il 21% ne usufruisce in modo moderato o elevato, assorbendone il 75% delle risorse».
IL Corriere del Veneto – 22 settembre 2015