Paolo Russo. L’analisi del colesterolo, «buono» o «cattivo» che sia? Lo Stato continuerà a rimborsarla solo per controlli periodici degli ultraquarantenni a rischio cardiovascolare, familiarità con grasso nel sangue o problemi di cuore. E si paga anche se «in assenza di valori elevati, modifiche dello stile di vita o interventi terapeutici» se l’esame si ripete entro 5 anni solo «per vedere come va».
Idem per i trigliceridi. Mentre un stretta decisa arriva anche per Tac, risonanze, test genetici, prove antiallergiche ed esami vari. In tutto una black list di 208 prestazioni, cure dentarie incluse, sull’universo delle oltre 1700 fino ad oggi mutuabili.
Il decreto che taglia gli accertamenti «inappropriati» è pronto e il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha presentato ieri ai sindacati medici un testo, che subirà ora qualche piccolo ritocco su test genetici e cure odontoiatriche per accogliere alcuni suggerimenti del Consiglio superiore di sanità. Ma per l’invio in Gazzetta ufficiale del decreto ministeriale è questione solo di pochi giorni.
Prelievo in busta paga
I camici bianchi davanti alla Lorenzin hanno storto il naso, visto che, se il medico prescrive quel che è giudicato superfluo, si vedrà prelevare dalla busta paga una fetta del suo salario accessorio. Anche se in determinate condizioni si potrà sempre prescrivere senza rischiare sanzioni, purché la motivazione venga messa per iscritto. Resta il fatto che proprio le società scientifiche dei medici hanno da tempo denunciato l’abuso di prescrizioni, valutate inutili in un caso su due. Soldi sprecati che in tempi di spending review la Lorenzin vuole recuperare per evitare i tagli più drastici che il Governo potrebbe sempre inserire in finanziaria.
Meno Tac e risonanze
Nel mirino del decreto finiscono soprattutto Tac e risonanze, che costano e delle quali, secondo gli esperti, si fa maggiormente cattivo uso. Con danni anche alla salute visto che con una Tac ci si sottopone a radiazioni cento volte maggiori di una semplice lastra. Ecco allora che l’accertamento per tratto cervicale, toracico e lombosacrale resterà rimborsabile solo per una «patologia traumatica acuta o per complicanze post-chirurgiche». La stessa Tac, ma con mezzo di contrasto, resterà poi a carico dello Stato solo in caso di tumore manifesto o sospetto e in caso di complicanze post chirurgiche. Insomma per scoprire se il mal di schiena che ci perseguita dipende da un’ernietta si paga. Giro di vite anche per Tac a braccia e gambe, anche qui mutuabili solo per traumi acuti e valutazione pre-chirurgica. Mentre se fatta con mezzo di contrasto valgono le regole fissate per la colonna vertebrale.Anche con le risonanze non si scherza. Quella della colonna la passa il servizio pubblico quando il dolore resiste alla terapia da almeno 4 settimane o a seguito di traumi recenti e «fratture da compressione». E se l’esame dice che è tutto ok non lo si può ripetere prima di una anno.
La protesta dei medici
«Ogni paziente – commenta il segretario nazionale della Cgil Medici, Massimo Cozza – ha la sua storia sanitaria che il medico deve saper interpretare in un rapporto di fiducia che questo sistema punitivo rischia di rompere. Nei fatti si tratta di un altro taglio alla sanità». «Alzeremo i toni della protesta», gli fa eco Silvestro Scotti, della Fimmg, il sindacato dei medici di famiglia, preannunciando un autunno caldo per la sanità.
La Stampa – 23 settembre 2015