I conti, salati, della spending review sulla sanità. «Siamo vicini alla soglia critica del 6,5% del prodotto interno lordo, oltre al quale è stato dimostrato possa aumentare la mortalità, anche nei paesi avanzati: attualmente l’Italia è al 6,6%». La segnalazione arriva dal convegno «Sanità in Italia: dopo la legge di stabilità, lo scenario del possibile rilancio», organizzato da «Negoziare per l’Italia» e dalla Fondazione Severo Galbusera.
A parlare del tema, ieri in Gran Guardia, esperti come Giovanni Comandè, professore alla Sant’Anna di Pisa e specialista in economia sanitaria, ma anche esponenti della politica come Luca Coletto, assessore alla Sanità del Veneto e Alberto Giorgetti, vicepresidente della commissione finanze della Camera dei deputati. «I cittadini – sostiene Giorgetti – hanno notato, persino in Veneto che ha sempre vantato un servizio sanitario molto superiore alla media italiana, che non siamo più ai livelli di qualche anno fa. C’è stato oggettivamente un “razionamento”, più che una razionalizzazione». Della difficoltà di gestire un’azienda sanitaria in un momento in cui prevalgono i tagli hanno discusso anche due addetti ai lavori: Pietro Girardi, da due mesi dg dell’Usl 20 e commissario per le altre due aziende sanitarie della provincia e Giovanni Pavesi, direttore generale della Usl di Vicenza e commissario per Arzignano, in una tavola rotonda moderata dal giornalista del Corriere del Veneto , Alessandro Zuin. «Ci sono diversi problemi da affrontare quotidianamente – ha notato Girardi – tra cui la gestione del personale, tra vincoli di anzianità, deficit e assunzioni contingentate». «Nonostante i buoni risultati in Veneto – aggiunge Pavesi – se anche solo qualcosa va storto finiamo sotto i riflettori. E c’è anche la sanità privata convenzionata con cui fare i conti. Questa eroga ottimi servizi per quanto riguarda gli interventi medici, ma poi, per quanto riguarda la presa in carico sul territorio, ci siamo solo noi».
Corriere del Veneto – 27 febbraio 2016