I batteri antibiotico-resistenti sono una delle peggiori minacce per la salute pubblica che le istituzioni sanitarie devono affrontare. Alla base del problema c’è l’uso eccessivo e scorretto di antibiotici e antimicrobici nella cura delle malattie umane e soprattutto l’esagerato impiego nell’ambito veterinaria e soprattutto negli allevamenti di avicoli. Secondo un recente rapporto di Efsa, EMA e ECDC tra i paesi europei, l’Italia è uno degli stati peggiori. Come si vede nell’infografica pubblicata dal mensile Valori riferita al triennio 2010-2012, il nostro paese è il secondo stato per uso di antibiotici in medicina con 167,5 mg/kg, peggio di noi solo la Francia (175,8 mg/kg).
È a causa dei medicinali destinati agli animali che l’Italia si aggiudica la maglia nera con 341 mg/kg di antibiotici. Secondo l’Istituto superiore di sanità, che svolge la sorveglianza in materia, i livelli di antibiotico-resistenza in Italia sono tra i più alti in Europa e quasi sempre superiori alla media dei paesi dell’unione. In quest’ottica ilConsiglio d’Europa ha formulato delle raccomandazioni invitando a sviluppare un piano nazionale per la lotta alle resistenze microbiche e adeguati sistemi di monitoraggio. Il Consiglio auspica anche campagne di sensibilizzazione per educare i cittadini ad un uso più consapevole dei medicinali.
Il Fatto alimentare – 21 giugno 2016