Costringere il medico di famiglia a rilasciare un certificato attestante una malattia inesistente è reato di violenza o minaccia a pubblico ufficiale: basta una qualsiasi coazione morale o minaccia indiretta, purché idonea a coartare la libertà di azione del medico. Lo ha stabilito il tribunale di Trento, sezione penale, con la sentenza 3 maggio 2016 n. 346.
Nel caso di specie, il dottore riteneva non diagnosticabili più di cinque giorni di malattia, mentre la paziente insisteva per ottenerne almeno 15, riuscendo nel suo intento grazie all’intervento minaccioso del compagno nei confronti del medico.
Il Sole 24 Ore sanità – 25 agosto 2016