Individuati tra la valle del Reno e la zona occidentale del Lago di Costanza. In vendita le prime piantine, ed è boom di richieste
Non avete mai sentito parlare di tartufi provenienti dalla Germania? Le cose potrebbero cambiare: ricercatori dell’università di Friburgo hanno individuato nel sud della Repubblica federale sette specie diverse di tartufi. Certo, per la legge tedesca non possono essere raccolti, in quanto sono sotto tutela ambientale. Tuttavia è possibile coltivarli – ed è proprio quello che gli esperti hanno iniziato a fare.
Il merito della scoperta va a Diana, un cane da tartufi addestrato in Umbria. Cinque anni fa, ricorda la Welt, Diana ha iniziato all’improvviso ad abbaiare in uno specifico punto sulla montagna di Schönberg, nei pressi di Friburgo. Da quel momento in poi l’esperto di botanica forestale Ulrich Stobbe e il proprietario di Diana, Ludger Sproll, l’unico tedesco – accanto a un altro – a possedere una licenza per cercare tartufi anche in Italia, ottenuta anni fa a Perugia, hanno perlustrato sistematicamente l’intera regione. E hanno individuato il pregiato fungo in 121 posti diversi all’interno di un’area compresa tra la valle superiore del Reno, la regione montuosa del Giura Svevo (lo Schwäbische Alb) e la zona occidentale del Lago di Costanza, nel Land sud-occidentale del Baden-Württemberg.
Si tratta della prima ricerca sistematica sulle varietà di tartufi e sulle loro aree di diffusione in Germania. Anche nella Repubblica federale, infatti, e non solo in Italia, Francia o Spagna, è possibile imbattersi in essi: le condizioni favorevoli – terreni calcarei e piante come il faggio o la quercia – esistono. Stobbe ritiene che la diffusione dei tartufi nelle aree meridionali tedesche potrebbe essere favorita dai cambiamenti climatici.
Attualmente la specie più frequente in Germania è il tartufo nero estivo o “scorzone” (Tuber aestivum), che non rientra tra quelle di maggior valore. Tuttavia, ha spiegato Stobbe alla Welt, è possibile trovare anche varietà più pregiate dal punto di vista culinario, come il tartufo uncinato (Tuber uncinatum). Non solo, ma i ricercatori hanno scoperto due specie che si ritenevano estinte in Germania: il tartufo nero ordinario (Tuber mesentericum) e il tartufo nero liscio (Tuber macrosporum).
Insieme, Stobbe e Sproll hanno iniziato a coltivare tartufi e creato già piantagioni in diverse zone della Germania (15 ettari in tutto). Inoltre vendono le piantine da tartufo (da 25 a 35 euro a pianta). Le richieste arrivano da tutta la Germania, sia da privati che da proprietari di boschi, rivela Ludger Sproll alla Welt. Ci vorranno però almeno cinque anni per capire se l’esperimento ha funzionato.
La Stampa – 26 gennaio 2013