Il direttore generale Claudio Dario illustra il “libro bianco” con dati e cifre. Una cittadella con un patrimonio sceso a 121 milioni e debiti pari a 490 milioni
«Definire il punto nave per tracciare la rotta»: prende in prestito il gergo marinaio il direttore generale dell’azienda ospedaliera, Claudio Dario, per illustrare il primo “libro bianco” della sanità padovana.
Cento giorni di lavoro per produrlo, passando sotto la lente di ingrandimento ogni ambito e ogni settore dell’azienda. Lo scopo è quello di sapere dove si è, per capire dove e come andare avanti.
«Ë la base di partenza» sottolinea lo stesso Dario che, ieri, ha presentato il libro ai responsabili di struttura, ai caposala, ai capi tecnici e amministrativi, «Da qui si ragiona sulla programmazione per il 2013 e per quella triennale».
Nelle novanta pagine fitte di dati, analisi e grafici, emergono i contorni che disegnano l’universo dell’azienda ospedaliera: il numero di dipendenti, per esempio, che è di 4.459, suddivisi in ruolo sanitario (3.218), professionale (14), tecnico (854) e amministrativo (374).
Il costo annuo per il personale è di 215 milioni di euro, pari al52°%o dei costi complessivi.
In sofferenza il risultato di esercizio che, nel 2012, si è chiuso con un passivo di 50 milioni di euro; erano 41l’anno precedente. Invariato il risultato di gestione, incollato da due anni a meno 46 milioni.
Non gode di buona salute nemmeno il patrimonio netto dell’azienda, sceso a meno 121 milioni di euro nel 2011 a causa dell’erosione progressiva del fondo di dotazione. E non sono rose e fiori nemmeno sul fronte dei debiti: l’anno scorso ammontavano a 490 milioni quelli a breve termine, di cui 270 per i fornitori.
Il dato riferito ai ricoveri è in diminuzione a partire dal 2004: nel 2011 i ricoveri in azienda sono stati 3.246, nell’Usl 16 ben 2.286, in uscita dall’azienda 1.020, attratti dall’azienda padovana (provenienti da altri territori) 4.908, attratti dall’Usl 16 (provenienti da altre Usi) 2.356. Complessivamente sono stati 866 i ricoveri internazionali e 6.954 quelli da fuori regione.
Nel 2012 sono stati eseguiti 310 trapianti: 20 al cuore, 118 al rene, 10 a rene e pancreas, 79 a fegato e intestino, 24 al polmone e 59 al midollo. In calo il numero delle operazioni assestate a 31.657: erano più di 35 mila nel 2004.
L’azienda ospedaliera conta quattro reparti di pronto soccorso: quello aziendale ha registrato 100.636 accessi, il Sant’Antonio 26.543, Piove di Sacco 28.509, la casa di cura di Abano Terme 29.369, per un totale di oltre 185 mila. Addentrarsi nell’analisi dell’attività dell’azienda ospedaliera impone un’ampia pagina dedicata al rapporto con l’università: nel 2011 sono stati seguiti progetti e attività di ricerca con finanziamenti pubblici pari a 5 milioni 429 mila euro. Fondi e donazioni private hanno sostenuto sperimentazioni cliniche per oltre sette milioni di euro. «Nel futuro di questa azienda» ha annunciato Dario, «c’è sicuramente il rafforzamento della sinergia con l’università, così come con le altre Usl. E necessaria una revisione della rete delle alleanze, strutturando rapporti di collaborazione con le altre aziende sanitarie. Si è voluta rivedere l’interaziendalità dei servizi amministrativi, particolarmente in ambito economico e finanziario, per chiarezza organizzativa e di responsabilità. Al momento non sono in discussione, invece, i servizi assistenziali in regime di interaziendalità».
Sul temuto taglio dei posti letto il manager di via Giustiniani rimanda alle decisioni regionali: «Il nuovo ospedale prevede mille posti letto, qui ne abbiamo 1.500: se saranno progressivamente ridotti lo vedremo a partire dalle prossime schede ospedaliere». E il nuovo ospedale, ovviamente, rimane il faro guida per Dario che ha candidato l’azienda ospedaliera a stazione appaltante per il progetto.
di Elena Livieri – Il Mattino di Padova – 24 aprile 2013