Diminuisce l’abitudine a «fare incetta» di medicine, mentre la diistribuzione in farmacia anche delle specialità per gravi patologie consentirà un ulteriore contenimento della spesa e secondo il presidente di Federfarma Veneto, Marco Bacchini, «sprechi di medicinali di costo elevato»
VENEZIA. L’efficienza della distribuzione attraverso la rete-farmacia di qualsiasi tipo di farmaco fa risparmiare ogni anno alla sanità veneta milioni di euro.
Solo nel 2012 la spesa farmaceutica regionale è risultata inferiore di 60 milioni di euro, grazie all’utilizzo dei farmaci equivalenti («generici») e il monitoraggio dei farmaci dispensati in regime di Ssn i cui dati vengono inviati gratuitamente dai farmacisti territoriali al ministero dell’Economia. Il risparmio sarà sicuramente incrementato quest’anno dalla distribuzione in farmacia dei farmaci per gravi patologie (Dpc) che vengono ora anche in Veneto monitorati con precisione rispetto alle quantità utilizzate.
Un ulteriore elemento di contrazione della spesa sanitaria pubblica deriva dal fatto che in farmacia il paziente non fa «incetta» di confezioni, come spesso accade quando è costretto a ritirare i farmaci in un presidio ospedaliero lontano da casa e con orari di apertura ridotti rispetto alla farmacia. Il problema nasce quando le confezioni non vengono più utilizzate per un cambio di terapia, per la guarigione del paziente stesso e purtroppo anche per il suo decesso. È di questi giorni la notizia di un cittadino italiano che dopo la scomparsa della madre, pur non volendolo fare, è stato costretto a buttare farmaci ad alto costo rimasti inutilizzati, ma in confezione integra, per un valore di oltre 1.000 euro. La motivazione? Mancando il fustello la confezione aveva «perso» la tracciabilità e quindi deve finire al macero.
«La “distribuzione per conto” garantisce la comodità per il paziente e la sua famiglia di potere ricevere il medicinale nella farmacia sotto casa – spiega Marco Bacchini, portavoce di Federfarma Veneto, l’Unione dei titolari delle 1.200 farmacie regionali – e produce un notevole risparmio in termini economici per la sanità pubblica perché la farmacia deve comunicare alle Asl l’avvenuta dispensazione al malato di ogni pezzo, seguendo la prescrizione del medico per periodi di terapia non superiori al mese. Se tutti i farmaci fossero erogati attraverso le farmacie, che sono capillari sul territorio e con ampi orari di apertura, da quest’anno praticamente sempre aperte (per effetto di una recente normativa le farmacie non sono più obbligate alle ferie e molte hanno preso la decisione di non chiudere i battenti durante l’estate) e inoltre svolgono servizi di guardia farmaceutica, non si registrerebbero più notizie di farmaci costosi buttati al macero, poiché il paziente potendoli ritirare in ogni momento, non ha bisogno di farne incetta. Il farmaco viene inoltre consegnato dal farmacista offrendo la corretta formazione e informazione al paziente o al familiare e garantendo il corretto uso del farmaco, aspetto fondamentale per il paziente in termini di raggiungimento dello scopo della terapia».
Per monitorare i primi quattro mesi della Dpc veneta, si è svolto ieri in Regione un tavolo di lavoro multidisciplinare che può sicuramente considerarsi positivo, perché oltre ai confortanti risultati ottenuti, all’analisi e al superamento di alcune criticità, ha permesso di definire le modalità per procedere più celermente all’implementazione della distribuzione nelle Asl appena partite, nonché trovare le soluzioni operative per far finalmente decollare l’accordo laddove ancora non è avvenuto (provincia di Belluno e alcune Asl della provincia di Treviso).
29 luglio 2013