Ndc punta sulle intese di prossimità e l’abrogazione dell’articolo 18, Scelta Civica su flex-security e ricollocazione
Hanno in comune l’obiettivo di semplificare la normativa sul lavoro. E anche che non si fa alcun cenno al pubblico impiego. Mentre su alcune misure, come, per esempio, l’assegno universale per chi perde il posto, la riduzione del cuneo, una più ampia detassazione del salario di produttività, potrebbero sorgere, da subito, problemi di copertura.
Sull’articolo 18 i tre «Jobs act» resi noti in questi giorni da Pd, Ncd e Scelta civica, propongono ricette diverse. Con il partito di Alfano che parla espressamente di abolizione dell’articolo 18 da far rimanere solo nei casi di licenziamento discriminatorio. Matteo Renzi, invece, pur non citando mai l’articolo 18, ipotizza una sterilizzazione (della tutela reale, della reintegra) per un determinato periodo di tempo all’interno di un nuovo contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti. E Scelta Civica, con la proposta del senatore, giuslavorista, Pietro Ichino, che rilancia sulle progressività delle forme di protezione, superando, di fatto, la reintegra con una indennità di licenziamento coniugata con l’obbligo per l’impresa di offrire al lavoratore il contratto di ricollocazione. Tra Pd e Ncd ci sono forti distanze anche sulle modifiche alle regole contrattuali. Renzi propone di ridurre le varie forme contrattuali, oltre 40, che a suo dire hanno prodotto uno spezzatino insostenibile (rilanciando il contratto d’inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti). Mentre il programma sul lavoro messo a punto dall’ex ministro Maurizio Sacconi, evidenzia, all’opposto, la necessità di non arretrare sulla «sua» flessibilità buona e propone forti modifiche alla legge Fornero, ripristinando le modalità di assunzione introdotte dalle legge Biagi con la promozione (ulteriore) dell’apprendistato e della contrattazione di prossimità. Tutti d’accordo sulla necessità di semplificare con un codice più snello la normativa giuslavoristica e ci sono, anche, più punti di contatto che di divergenza sulle proposte di collegare meglio politiche attive e politiche passive (con una agenzia unica federale e voucher spendibili per formare e ricollocare disoccupati e cassintegrati). Strada più in salita sul fronte ammortizzatori sociali, con Ncd che spinge per soluzioni “assicurative” (eliminando cassa e mobilità in deroga); Pd che rilancia per l’assegno universale; e Scelta civica che vorrebbe invece utilizzare i «veri cassintegrati» in attività di utilità pubblica (per contrastare l’abuso della cig e il lavoro nero).
Divisivo rimane anche il tema della rappresentanza sindacale. Per Matteo Renzi serve una legge ad hoc e la presenza dei rappresentanti eletti dai lavoratori nei cda delle grandi aziende. Mentre Ncd parla di libero coinvolgimento dei lavoratori nella vita dell’impresa e da realizzare senza che si determini confusione nelle responsabilità gestionali e nelle gerarchie interne. Proposte sul lavoro arrivano anche dalla Lega, che chiede di legare gli stipendi pubblici alla produttività e al merito e di introdurre un nuovo contratto a tempo indeterminato basato sulla flex-security per aiutare l’inserimento di under30 e over50. Novità pure dal Psi che oggi presenterà le proprie idee: sgravi contributivi per chi assume, nuove regole per gli stages, e più garanzie di lavoro per i giovani.
Il Sole 24 Ore – 14 gennaio 2014