L’Efsa apre una consultazione pubblica sul latte artificiale: quello vaccino e di capra vanno benissio per una crescita ottimale del bambino. L’Efsa apre una consultazione pubblica sulla composizione dei vari tipi di latte artificiale che sostituiscono quello materno e/o quello vaccino e ribadisce l’inutilità del latte di proseguimento.
Per orientarsi meglio conviene fare un breve riepilogo e ricordare che il latte artificiale comprende tre tipologie in relazione all’età del bambino e alla composizione del preparato. Si inizia con la formula per i primi mesi, fino al sesto, poi si usa quello di proseguimento (fino al primo anno) e, infine, il latte di crescita, utilizzato per sostituire quello vaccino o di capra che si può impiegare fino ai tre anni.
Ora esiste finalmente un documento che prende in esame i vari tipi di latte e ritiene quello vaccino e di capra idonei dal punto di vista nutrizionale per essere usati dal 6° al 12° mese, vanificando così l’utilità del latte di proseguimento. Questa conclusione è importante perché sino a ora erano stati sollevati dubbi, da parte dei pediatri, sull’eccessivo contenuto proteico del latte di vacca e di capra, ritenuto un elemento in qualche modo responsabile dell’obesità e del sovrappeso in età adulta. Al contrario quello artificiale veniva considerato più bilanciato e più ricco di elementi nutritivi e per questi motivi aveva conquistato larghe fette di mercato, anche grazie a campagne di marketing molto efficaci. Il parere dell’Efsa pone fine alla diatriba, dando una precisa valutazione utile sia per i genitori, sia per la comunità scientifica dei pediatri che in diversi casi consigliavano il latte artificiale per un presunto vantaggio nutrizionale.
Per quanto riguarda il latte di crescita (utilizzabile sino ai tre anni), l‘Efsa si era già pronunciata a fine ottobre affermando che non si tratta di un prodotto migliore rispetto a quello vaccino e che una dieta corretta è il modo più efficace per garantire al bambino tutti i nutrienti necessari alla crescita. L’Autorità per la sicurezza alimentare non si è fermata a questo parere. Nel documento si possono trovare anche indicazioni sulla giusta composizione del latte artificiale con le quantità precise di proteine, grassi, carboidrati, vitamine, sali minerali. Infine viene ribaltata la tendenza ad arricchire di elementi nutritivi il latte artificiale per favorire la crescita: non serve eccedere, ma bisogna solo garantire i giusti livelli minimi per coprire il fabbisogno, senza affaticare fegato e reni.
Le proteine aggiunte devono essere quindi uguali a quelle del latte di origine animale, in caso di proteine differenti i produttori devono controllare la sicurezza attraverso test clinici, mentre è stato vietato l’impiego delle proteine idrolizzate. Non sono inoltre necessari alcuni supplementi nel latte di proseguimento come l’acido arachidonico, eicopentaesanoico (EPA), il cromo, la taurina, gli olisaccaridi, i probiotici o i simbiotici. L’Efsa afferma inoltre che il latte destinato alla prima infanzia è adatto anche dopo i sei mesi e pertanto può sostituire il latte di proseguimento, per il quale non viene indicata una formulazione precisa. Infine, l’apporto calorico giornaliero suggerito non deve andare superare le 500 kcal.
Eleonora Viganò – Il Fatto alimentare – 8 maggio 2014