Il primo tweet arriva all’alba. È il prologo a quel che seguirà nei prossimi due giorni. «Non male questo fine settimana: giustizia, sblocca Italia, nomine europee, poi scuola e #millegiorni #italiariparte#ciaovacanze». MatteoRenzi si prepara al nuovo tour de forcecheavrà nel Consiglio dei ministri di domanie nell’appuntamento a Bruxelles di sabato due tappe decisive.
Il premier vuole presentarsi al vertice europeo, che dovrebbe ufficializzare la nomina di Federica Mogherini a nuova Mrs Pesc, con un pacchetto di riforme e provvedimenti per confermare la strada del cambiamento: decreto sblocca Italia, riforma della giustizia e le proposte per la scuola. Le severe parole di Wolfang Schäuble, il ministro delle Finanze tedesco, in risposta alle aperture di Mario Draghi confermano che la partita più difficile resta quella sulla flessibilità. E le riforme sono l’unico grimaldello a disposizione di Renzi per scardinare il muro dei falchi europei.
Il premier cinguetta ottimismo («allavoro sui #millegiorni#italiariparte») e alle divisioni esplose nella maggioranza sul fronte dellagiustizia penalerispondegarantendo il dimezzamento dell’arretrato sul civile. Renzi vuole portare a casa il risultato: «Lasciateli commentarebozzeeindiscrezioni che non esistono, è il solito giochino per provare a fermare il cambiamento ma stavolta gli va male», continua a ripetere ai suoi. Idati Istat sulterzo caloconsecutivodell’indice difiducia deiconsumatori lo spingono a premere ancora più forte sull’acceleratore e ad accantonare, non senza una punta di fastidio, il toto-nomine già partito sulla possibile sostituzione agli Esteri di Federica Mogherini. Di rimpasto se ne parla del resto già da prima dell’estate ma i tempi non sono brevi, vista la complessa procedura di audizioni che precede l’incarico di Alto rappresentante della Ue. Tra i papabili alla Farnesina resistono ancoraLapo Pistelli, AngelinoAlfano (che sarebbe sostituito agli Interni da Delrio o Minniti) e anche la ministra della Difesa Roberta Pinotti. Ma resta sempre forte la voce di un possibile ingresso nel governo di Andrea Guerra, l’ad di Luxottica a unpasso dal lasciare l’azienda e che Renzi avrebbe voluto coinvolgere già in occasione della formazione del suo esecutivo.
Nelfrattempoil premiersiconcentra sul presente. A Palazzo Chigi ieri prima ha incontrato a pranzo Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, per le riformecostituzionali, poi nel pomeriggio il faccia a faccia con il segretario della Fiom Maurizio Landini per fare il punto sulle crisi aziendali (Ilva, Piombino, Terni, Termini Imerese, Alcatel) ma anche sulla riforma del lavoro, il Jobs act, bloccato al Senato, che Renzi vorrebbe approvato entro l’autunno.
Il primo obiettivo è però uscire bene dal Cdm di domani. In cimaalla lista c’è il decreto sblocca- Italia con cui il governo punta a far ripartire una serie di opere già finanziate e dare una prima spallata alle 8mila partecipate locali grazie a un sistema di incentivi e sconti sul patto di stabilità per i comuni e le province che privatizzano oppure accorpano. Si tratterà di un testo più snello rispetto a quello circolato nei giorni scorsi e quasi a “costo zero”. Per il sottosegretario all’Economia, Giovanni Legnini, «non è escluso che tutte le misure che richiedono risorse fresche andranno rinviate». Al momento la dote certa è rappresentata dagli 1,2 miliardi delFondo revochechesvincolale risorse di vecchie opere infrastrutturali. Ma potrebbe essere rimpinguata con 2,5 miliardi del Fondo sviluppo e coesione a valere sul biennio 2015-2016.
Il secondo capitolo è la giustizia. Renzi è in contatto continuo con il ministro Andrea Orlando per sminarele tensioni interne alla maggioranza. L’ipotesi più plausibile al momento è che in prima battuta siano approvati un decreto e un disegno di legge per la sola giustizia civile.
Infine il capitolo scuola. In questo casononsiprevedonoprovvedimenti. Si seguirà la strada già intrapresa per la riforma della pubblica amministrazione. Dal Cdm usciranno le linee guida con una serie di misure che saranno sottoposte al giudizio delle categorie interessate (studenti, docenti, presidi) econfluiranno nei prossimo mesi in uno o più provvedimenti. Il punto di partenza sono le 40 proposte che l’Istruzione ha inviato al presidente del Consiglio e di cui dovrebbe comunque far parte il piano di assunzione per 100mila insegnanti.
Il Sole 24 Ore – 28 agosto 2014