li 80 euro alle famiglie con più figli. Il ministro Boschi: ok ma tenendo conto del reddito. Per «fasce» anche il taglio degli sconti fiscali. Circa un terzo di diretta provenienza dai ministeri, applicando non in modo lineare la regola Renzi del 3%, e gli altri due terzi pescando dal dossier Cottarelli con alcune rivisitazioni.
È questa una delle ipotesi che si stanno valutando a Palazzo Chigi e al ministero dell’Economia per comporre il piano di tagli da 15-16 miliardi su cui sarà costruita la prossima Legge di stabilità. Tagli che dovrebbero andare ad aggiungersi a quelli per 3 miliardi già scattati in via strutturale con il decreto Irpef. L’obiettivo sarebbe dunque quello di ricavare direttamente dalle uscite su cui hanno voce in capitolo i ministeri (non solo quelle per il funzionamento interno) almeno 5 miliardi. Mai dicasteri sono ancora lontani da questo target. In ogni caso la portata della Legge di stabilità dovrebbe aggirarsi tra i 18 e i 20 miliardi. La collocazione definitiva dell’asticella dipenderà dal quadro macroeconomico che sarà tratteggiato il 1? ottobre dalla nota di aggiornamento del Def. Ieri il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, ha detto che quest’anno l’economia italiana potrebbe registrare un risultato negativo con un Pil compreso tra -0,1% e -0,2%.
Le parole di Zanetti confermano la previsione al ribasso del Fmi. Tra due settimane con la rilevazione dell’Istat ci sarà la “sentenza” definitiva. Anche lo spostamento di un solo decimale potrebbe produrre la modifica di alcune parti dell’impalcatura contabile della “stabilità”. Con la quale non dovrebbe scattare una nuova rimodulazione delle aliquote Iva del 4% e del 10%, nonostante le pressioni di Bruxelles. Quasi certa invece una mini-estensione del bonus Irpef da 80 euro ai nuclei familiari monoreddito con molti figli (probabilmente più di tre), in chiave quoziente familiare, ma solo per le fasce più povere. Una conferma indiretta arriva dal ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, che in un’intervista a Famiglia cristiana si dichiara favorevole al quoziente familiare ma non per tutti: «Ci deve essere qualche elemento di equità, non si può prescindere dal reddito».
Altrettanto certa la potatura della giungla delle tax expenditures che marcerà parallelamente alla Legge di stabilità. Su questo fronte il Governo sta valutando varie opzioni, tra le quali quella di parametrare al reddito il taglio di alcune agevolazioni fiscali.
Tornando alla composizione della Legge di stabilità, il Governo punta a evitare, o quanto menoarendere soft, la correzione dei conti necessaria per restare negli attuali parametri Ue. Alla fine il rapporto deficitPil dovrebbe attestarsi tra il 2,8% e il 2,9% lasciando così un margine per un nuovo taglio dell’Irap di almeno 4 miliardi e per la dote da 1,5 miliardi da destinare ai nuovi ammortizzatori collegati al decollo del Jobs act (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Ad alimentare la Legge di stabilità saranno anche la minor spesa per interessi sul debito – che nel 2014 sarà di 5 miliardi mache per il 2015 potrebbe essere “sfruttata” per non più di 2-3 miliardi – e la maggiore Iva da pagamenti arretrati della Pa.
Il Sole 24 ore – 19 settembre 2014