«Ancora due minuti e sarei morto». È stato provvidenziale l’intervento del 118 quando aveva già perso conoscenza. Il drammatico racconto di un ingegnere che l’altro giorno è stato punto da un insetto mentre era in moto
«Ancora due minuti ed ero spacciato. Avevo la pressione e i battiti a zero. Il dottor Bevilacqua con la sua equipe mi ha salvato, perché, come poi mi hanno detto successivamente, ero ormai andato». Il giorno dopo essere stato punto da un insetto e aver subito uno shock anafilattico che si stava rivelando fatale, l´ingegnere Maurizio Boyer, 62 anni, consulente di direzione nel campo dell´organizzazione delle fabbriche, racconta la disavventura nel salotto della sua casa a Brogliano in via Galvani 16, dove risiede dal 2004.
«Lavoravo in questa zona, mi è subito piaciuta, e non avendo altri impegni mi sono trasferito nella valle dell´Agno – racconta -. Nel frattempo mi sono sposato e ho una bambina di 4 anni e mezzo. In questi giorni mia moglie e mia figlia sono dalla nonna».
Adesso l´ingenere sta bene, ma che cosa gli è successo giovedì di tanto drammatico da rischiare la vita se non fossero intervenuti i medici di Valdagno? Alle 10.30 il professionista ha inforcato la motocicletta. Indossava una maglietta di cotone. Dopo pochi chilometri ha sentito una sorta di puntura sulla scapola. Strano, perché, andando in moto, uno si aspetta di essere colpito in viso. Ha proseguito per qualche chilometro, poi si è fermato per controllare se sotto la maglietta si fosse annidato un insetto. Niente.
Giunto a Valdagno, si è diretto alla Cittadella sociale, dove si trova la sede della “Banca del tempo”, di cui è socio. Ha parcheggiato la moto ed è entrato, trovando Oriana Sansigolo. Subito l´ha invitata a guadare la sua spalla nel caso ci fosse qualcosa di insolito. La donna ha notato una puntura di insetto e ha subito invitato l´uomo a rivolgersi al pronto soccorso. «Ma ormai sono trascorsi 20 minuti – gli ho risposto – figurati, se per una puntura di un insetto vado al pronto soccorso».
L´insistenza della donna è andata avanti, finchè ha convinto l´ingegnere, che però non ha fatto a tempo. Infatti, sulla porta è stato colto da malore. Il tempo di appoggiarsi sulla sedia ed è svenuto.
Nel frattempo, era arrivata a sirene accese dal vicino ospedale l´ambulanza del Suem, chiamata urgentemente dalla signora Oriana. Appena in tempo. L´uomo è stato dapprima curato sul posto, disteso sul pavimento, per circa dieci minuti. «Hanno dovuto quasi “schiacciare” i contenuti delle medicine, perché il fisico era completamente debilitato – ricorda Boyer -. I medici mi hanno preso proprio per i capelli».
Il paziente al San Lorenzo è stato sottoposto alle cure del caso. Gli è stato somministrato del cortisone e la sua condizione è subito migliorata. «L´immediato ricovero e le successive cure – spiega – mi hanno rimesso in sesto così bene che alle quattro del pomeriggio ero dimesso: nessun strascico dello shock anafilattico. Non mi era mai successo nulla del genere».
«Da utente, siccome nel mio lavoro mi occupo anche di qualità dell´organizzazione – conclude – questo servizio al paziente, fatto di prontezza e di gentilezza, mi ha colpito particolarmente. E ho ringraziato personalmente il personale sanitario. In tempi di critiche a tutto ciò che non funziona, bisogna dire quando le cose vanno bene».
Il Giornale di Vicenza – 1 settembre 2012