È il più grande ristorante di Vicenza. Anzi con i suoi 1400 metri quadrati di superficie forse è il più esteso della provincia. Ieri mattina, da parte dell´assessore regionale al bilancio Roberto Ciambetti, il taglio del nastro in un´area del San Bortolo che ora, grazie a questa costruzione moderna fatta di 230 tonnellate di vetro e acciaio che di giorno privilegia la leggerezza e di notte prende la forma di un´astronave, è stata anche riqualificata.
È il ristorante San Bortolo, 330 posti a sedere, un self-service di qualità con tanto di angolo per i piatti da spadellare all´istante, il settore pizzeria, e al centro il banco per le bibite alla spina. Bello da vedere, funzionale. Tutto ben curato: acustica, luce, condizionamento. Manca solo la vista, perché, purtroppo, l´esterno offre solo la visione dei vecchi fabbricati grigi e malinconici del vecchio ospedale che sembrano usciti da un bombardamento, ma per il resto c´è veramente tutto. Due chef e un servizio di alta ristorazione.
È la nuova mensa dei dipendenti, che per un pasto pagano 1,03 euro, e che vi potranno accedere da domani dall´interno dell´ospedale seguendo un percorso fra pareti appena riverniciate. Ma è anche un ristorante aperto fino alle 22 della sera anche al pubblico, che potrà entrare da un ingresso autonomo e indipendente, senza passare per i corridoi del San Bortolo. Per gli esterni il pranzo o la cena costeranno sempre poco, un prezzo davvero concorrenziale: 8,50 euro. Ma per i dipendenti che vorranno tornare anche la sera, per i loro familiari, e i pensionati dell´Ulss ci sarà lo sconto di un euro. Attenzione: con un menù che proporrà a rotazione specialità gastronomiche di tutte le regioni italiane.
Per costruire il nuovo ristorante, che sostituirà la vecchia mensa fuori norma, buia, con barriere per i disabili, in cui i cibi dovevano essere portati dall´esterno, l´Ulss non ha speso nulla. La costruzione, progettata dagli architetti Carta e Tretti, e ultimata in tre anni grazie anche all´impegno dell´ingegnere capo Antonio Nardella e della sua squadra dell´ufficio tecnico, è stata tutta a carico della Serenissima spa, l´azienda che ha in appalto tutto il servizio di ristorazione dell´Ulss, e che ha investito 7 milioni di euro, 4 per la nuova cucina che confeziona ogni giorno 2 mila 700 piatti per i degenti, e per il ristorante. Un finanziamento non da poco che all´Ulss è costato 1 euro in più per ticket mensa, e un debito che ad aprile del 2014 sarà completamente ripianato.
Entusiasta il dg Antonio Alessandri per il nuovo traguardo raggiunto: «Il prossimo sarà il sesto lotto». Da lui, dinanzia ad autorità, primari e personale, parole di gratitudine per il presidente della Serenissima Mario Putin. «Quando l´ho chiamato per proporgli di realizzare questa mensa-ristorante pur non avendo l´Ulss le risorse ha risposto subito di sì». L´ing. Nardella ha fatto la storia della costruzione con una strategia progettuale piuttosto complessa. Ciambetti ne ha evidenziato il gusto architettonico. «È la zucca della favola trasformata in castello. Qui si vede anche l´amore di tutti per il proprio ospedale».
«L´ho fatto non certo per un discorso economico – conclude Putin – ma per lasciare un´impronta della nostra presenza con l´orgoglio di avere fatto qualcosa per la sanità pubblica vicentina». La Serenissima, ormai un gigante europeo della ristorazione, vanta numeri importanti. Un fatturato di 250 milioni di euro, 5 mila dipendenti (150 al San Bortolo), 200 mila pasti al giorno per mense pubbliche, soprattutto ospedali, di tutta Italia, ma anche in Vaticano, Spagna e Polonia.
Il Giornale di Vicenza – 13 novembre 2012