Era nato tutto quasi per caso con una denuncia fatta ai carabinieri del Nas da un signore che non ne poteva più di vedere le sue ricette mediche messe dal proprio dottore in una cassetta di plexiglas trasparente sulla strada, fuori dall’ambulatorio. Sembrava un semplice violazione della privacy e invece era molto di più.
Perché il sostituto procuratore Benedetto Roberti si è messo a spulciare tra le ricette sequestrate dal Nas in merito alla violazione della privacy. E una dopo l’altra ha visto, firmate dal medico, una serie di prescrizioni di farmaci vietati. Non solo dalla normativa antidoping, ma anche dalla legge sugli stupefacenti. Ricette che il dottor Renzo Destro, 55 anni medico di base con ambulatorio a Maserà di Padova, preparava per un solo suo paziente: il fisioterapista e body builder Alfredo Pavone, 42enne di Due Carrare, dipendente della casa di riposo Oic della Mandria, culturista in un’associazione sportiva dilettantistica riconosciuta dal Coni, e allenatore di nuoto in alcune piscine della città. I due ora rischiano il processo con l’accusa di violazione della legge antidoping, truffa all’Usl 16 del Veneto per la prescrizione e l’utilizzo di anabolizzanti senza patologie mediche riconosciute, violazione della legge antidroga (solo il medico) e violazione della privacy (anche in questo caso, accusa contestata solo al camice bianco). Per una sfilza di farmaci vietati che il medico aveva prescritto senza alcun problema al suo paziente. Un elenco, quello messo in ordine dal pm Roberti, che comprende quasi tutte le sostanze vietate nel mondo dello sport e utilizzate. Ormoni, quasi tutti utilizzati per curare malattie dello sviluppo. Testovis 2, Proviron, Deca-Durabolin, Nolvadex, Testoviron. Ovvero, anabolizzanti, steroidi, modulatori ormonali che il dottor Destro ordinava in ricette intestate ad Alfredo Pavone tra il marzo 2008 e il novembre 2011.
Quando con una doppia perquisizione – una a Due Carrare e una in una casa a Padova – era venuto alla luce il tesoretto di sostanze dopanti e stupefacenti. Già perché tra le accuse contestate al medico c’è anche la prescrizione «in modo continuativo» e «non per uso terapeutico» di nandrolone, la sostanza divenuta famosa tra i ciclisti per migliorare le prestazioni muscolari e inserita nella tabella delle sostanze considerate al pari della droga. Oltre alla violazione della privacy, il piccolo sasso che aveva scatenato la frana giudiziaria e portato in superficie il giro di ricette vietate tra il medico e il body builder.
Reato, quest’ultimo, per cui è intervenuto pure il Garante della privacy che ha condannato il medico al pagamento di 30mila euro con cui è possibile estinguere penalmente il reato. Richiesta contro cui il medico ha fatto ricorso.
Nicola Munaro – Corriere del Veneto – 1 dicembre 2012