di Nicola Stievano. Sopralluogo dell’Arpav e del servizio veterinario dell’Usl 16 nella campagna a nord di Bovolenta, al confine con Polverara, dopo la segnalazione della presenza di una polvere rossastra che colora l’acqua stagnante e della moria di alcune tortore. Stando ai primi riscontri tecnici si tratterebbe di una concentrazione di ferro nel terreno, già nota in quest’area, mentre le tortore sarebbero morte per aver ingerito del topicida.
Per i risultati ufficiali ci vorranno alcune settimane, intanto il caso viene rilanciato dal comitato “Bovolenta Aria Pulita”, già protagonista della protesta contro gli impianti di biogas in paese, con il supporto del comitato “Lasciateci Respirare” di Conselve.
«Anche l’acqua piovana lasciata all’aperto si è tinta di rosso» spiegano gli attivisti «e i residenti preoccupati si chiedono se possono consumare in tranquillità la verdura dell’orto. Dalle istituzioni arrivano affermazioni controverse che passano dal minimizzare la gravità del fenomeno al consigliare la cautela nell’assunzione delle verdure con concentrazione di ferro. È un paradosso in un’area di campagna dove la coltivazione di verdure dovrebbe essere considerata genuina. L’Uls afferma in una nota che pur essendo riconosciuto dalla bibliografia scientifica il caso di accumulo di ferro, il consumo occasionale non prevede danni». In seguito alle segnalazioni il sindaco Anna Pittarello aveva chiesto e ottenuto subito il sopralluogo dell’Arpav e dell’Uls. «Abbiamo coinvolto con tempestività tutti gli enti interessati» afferma Pittarello, «ora aspettiamo l’esito definitivo delle analisi anche se i primi riscontri sembrano escludere rischi per la popolazione. La situazione è sotto controllo e invito alla cautela nel saltare subito a conclusioni e allarmi ingiustificati. L’ultimo controllo dell’Arpav risale a mercoledì scorso pertanto il problema non è sottovalutato. Per quanto riguarda la questione biogas ribadisco che la competenza non è dei Comuni ma della Regione. Abbiamo comunque richiesto un incontro tra enti per definire la questione».
Il Mattino di Padova – 5 aprile 2016