Le regioni Veneto, Lombardia, Emilia Romagna insieme al Coordinamento cereali, associazione che raggruppa Cia, Confagricoltura, Fedagri, Legacoop agroalimentare e Agci, chiedono di verificare la possibilità d’innalzare i limiti stabiliti dalla Ue sulle aflatossine presenti nel mais destinato all’alimentazione di alcune specie di animali da carne.
La richiesta potrebbe rappresentare una soluzione alle contaminazioni di molte partite prodotte nel 2012. I termini della richiesta sono stati scritti in un documento inviato ai ministri delle Politiche agricole e della Salute, Mario Catania e Renato Balduzzi. Quest’ultimo ha manifestato perplessità sull’au mento dei limiti in quanto esisterebbero modi alternativi per trattare il raccolto contaminato. La posizione di cautela assunta del Ministero della sanità è stata dichiarata in un documento in cui si domanda chiarezza in merito alla forte concentrazione di micotossine nel mais coltivato nel 2012 segnato dall’eccessiva siccità della scorsa estate. La parte agricola chiede, invece, di prendere in considerazione la possibilità di una differenziazione dei limiti in funzione della destinazione dei mangimi.
Il ministero avverte
«Vietata la miscelazione fra le partite»
Il ministero della salute, d’intesa con quello delle politiche agricole, ha elaborato e diffuso una nota sulle procedure operative per la prevenzione e la gestione del rischio da contaminazione da aflatossine nella filiera lattiero casearia e nella produzione del mais destinato all’alimentazione umana e animale. Tali procedure sono rivolte agli operatori economici e alle autorità di controllo con l’intento di ridurre i livelli di aflatossine nel mais mediante tecniche di pulizia. La nota ministeriale contempla la possibilità, per la riconduzione entro i limiti, di ricorrere alla pulizia con trattamenti fisici delle granaglie e anche alla detossificazione con ammoniaca. La norma vieta però la miscelazione (diluizione) di partite non conformi con quelle conformi.
Gazzetta di Parma – 20 febbraio 2013