Agenzia del territorio e Monopoli. I direttori cominciano a tremare
Nessuno se lo nasconde. Gli effetti del decreto legge approvato ieri dal consiglio dei ministri, relativo alla soppressione dell’Agenzia del territorio e dei Monopoli di stato, sta scatenando la paura.
Sì, perché l’operazione, che solo temporaneamente non avrà ricadute sugli organici degli enti soppressi, è in grado di creare scompiglio anche tra i direttori centrali e generali.
Il decreto da una parte stabilisce che l’Agenzia del territorio è soppressa e incorporata all’interno dell’Agenzia delle entrate; dall’altra che i Monopoli scompariranno e verranno inglobati dall’Agenzia delle dogane, che si chiamerà Agenzia delle dogane e dei monopoli. Un bel problema, almeno apparentemente, per Gabriella Alemanno, oggi direttore dell’Agenzia del territorio. Il decreto, però, a tal proposito prevede che l’Agenzia delle entrate dovrà istituire un posto di vicedirettore «per i compiti di indirizzo e coordinamento delle funzioni riconducibili all’area di attività dell’Agenzia del territorio». Chi andrà a ricoprire questo ruolo? Alcuni sono pronti a scommettere che si tratterà della stessa Alemanno, che comunque per questa via accetterebbe un ridimensionamento. Ma c’è di più, perché una Alemanno nelle veste di vice di Attilio Befera, capo dell’Agenzia delle entrate, porrebbe verosimilmente un problema di coabitazione con Marco Di Capua, di fatto attuale vice di Befera nel ruolo di direttore vicario dell’ente di via Cristoforo Colombo.
Senza contare che a Di Capua, secondo quanto accreditano da tempo diverse ricostruzioni, è stata in più fasi promessa la poltrona di numero uno delle Entrate. Passaggio che, per vari motivi, non ha mai potuto concretizzarsi. Certo un elemento di forte delusione per un funzionario come Di Capua, un passato in Guardia di finanza, un fratello (Andrea) a capo del personale dell’Aise, il servizio segreto che ha sostituito il Sismi, e incarichi di vertice più recenti come direttore centrale accertamento delle Entrate e adesso direttore centrale amministrazione. Insomma, si tratta di un nodo che in qualche modo andrà sciolto, anche considerando i forti sostegni di cui gode la Alemanno (è sorella del sindaco di Roma, Gianni).
Altra questione riguarderà la futura Agenzia delle dogane e dei monopoli. Anche qui la norma dice che il nuovo ente che verrà a crearsi dovrà «istituire un posto di vicedirettore, per i compiti di indirizzo e coordinamento delle funzioni riconducibili all’area dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di stato». Il punto è che attualmente i Monopoli sono senza guida, dopo l’abbandono annunciato da Raffaele Ferrara. Prima che intervenisse il decreto, voci insistenti davano come suo successore Luigi Magistro, anche lui un passato in Guardia di finanza e un presente come capo dell’accertamento alle Entrate. Prima, però, la voce diffusa da qualche «corvo», secondo la quale Magistro sarebbe indagato a Napoli (vedi ItaliaOggi del 5 giugno scorso), e ora il decreto che sopprime la stessa destinazione alla quale sembrava diretto, di fatto rendono difficile a Magistro coltivare ambizioni, almeno per il momento. A quel punto il vicedirettore della nuova Agenzia delle dogane potrebbe essere individuato in un altro profilo. La scelta è nelle mani di Giuseppe Peleggi, attuale direttore e unico Visco boy sopravvissuto all’era tremontiana a via XX Settembre.
ItaliaOggi – 19 giugno 2012