Un decreto per riformare la struttura delle agenzie fiscali (Entrate, Demanio e Dogane e dei Monopoli), e risolvere con un concorso il problema dei dirigenti fiscali che una sentenza della Consulta ha retrocesso a funzionari. Dovrebbe essere questo uno dei sei provvedimenti domani nell’agenda del Consiglio dei ministri.
Oggi in una riunione tecnica si farà il punto definitivo dei provvedimenti che dovrebbero approdare a Palazzo Chigi. Si attendono sei decreti legislativi, in attuazione della legge delega sul Fisco. E sempre domani l’esecutivo aspetta con apprensione il pronunciamento della Corte Costituzionale sul ricorso per il blocco dei salari per i dipendenti pubblici, scattato dal 2010 e che perdura: dopo la bocciatura del blocco della rivalutazione delle pensioni a fine aprile, che ha provocato roventi polemiche, il pericolo è che dalla Consulta possa arrivare una nuova mazzata per le casse pubbliche. Se anche stavolta venisse decisa l’illegittimità costituzionale, per l’Avvocatura dello Stato, il governo sarebbe costretto a trovare altri 35 miliardi (di cui 13 già per il prossimo anno).
I sei decreti fiscali invece regolamentano il regime delle sanzioni penali e amministrative, il catasto, la semplificazione del contenzioso, l’erosione e elusione fiscale, l’interpello e, appunto, le agenzie: il loro arrivo a Palazzo Chigi è stato voluto dallo stesso presidente, Matteo Renzi, che vuole premere sull’acceleratore per rispettare gli impegni presi. Se l’operazione dovesse andare in porto, però, c’è il rischio concreto che il Parlamento sia costretto a fare gli straordinari: oltre a dover varare in via definitiva queste norme, Camera e Senato sarebbero chiamati nei prossimi tre mesi a votare anche altri provvedimenti importanti, come le riforme della scuola, del Senato, della Pa e della Rai, norme su giustizia e concorrenza, solo per citarne alcune. Così il rischio di ingolfare l’attività parlamentare sembra molto alto. Per questi motivi le commissioni potrebbero prendersi più di tre mesi per l’esame.
Tra i decreti legislativi, quelli sul regime delle sanzioni penali e amministrative e sul catasto sono i più rilevanti: circa il primo sarà sciolto il nodo della soglia di non punibilità penale delle frodi fiscali che era stata introdotta all’inizio dell’anno, provocando numerose polemiche perché sembrava una norma salva-Berlusconi. L’intenzione del governo sembra quella di eliminare tale soglia e tornare alla punibilità di tutte le frodi fiscali.
Per quanto riguarda il nuovo catasto, l’esecutivo ha previsto che l’unità di misura non sia più rappresentata dai vani, ma dai metri quadrati, e che i nuovi valori degli immobili siano fissati in base a quelli di mercato dei tre anni precedenti, ma tenendo conto pure di altri parametri, come le caratteristiche del palazzo e la sua posizione. Questo provvedimento rappresenta l’inizio di un percorso che entro i prossimi 5 anni dovrebbe portare alla revisione delle rendite catastali di 62 milioni di immobili.
Sembra meno probabile l’esame delle norme sui giochi: il decreto è stato al centro di un duro scontro nel quale le imprese del settore non vogliono lasciare agli enti locali la facoltà di mettere al bando le sale da gioco. Questa operazione infatti potrebbe causare alle stesse aziende danni per 7 miliardi.
Francesco Di Frischia – Corriere della Sera – 22 giugno 2015