“Il Veneto della semplificazione burocratica in agricoltura e’ fermo al primo provvedimento”. E’ la denuncia di Coldiretti, che a distanza di tre anni dalla delibera di Giunta regionale, evidenzia una situazione di stasi in merito alla promessa di sburocratizzazione del settore primario.
Cosi Giorgio Piazza ha scritto al presidente Luca Zaia chiedendo la sua attenzione in materia, tra l’altro gia’ assicurata in varie occasioni pubbliche dove il Governatore si e’ sempre speso sul tema per rendere le procedure amministrative piu’ snelle e, quindi, meno dispendiose. “Il settore agricolo – si legge nella lettera di Coldiretti – aveva gia’ dal punto di vista normativo validi fondamenti che non hanno trovato ancora un’applicazione”. Coldiretti si riferisce al provvedimento n. 956 del 23 marzo 2010 rispetto al quale si elencano almeno tre possibilita’ di rilascio immediato per atti amministrativi tramite il silenzio assenso garantito dall’intervento dei Caa (Centri di assistenza agricola, agenzie intermediarie tra pubblico e privato). Ebbene, finora solo un procedimento e’ stato avviato: con un clic, infatti, si puo’ avere la certificazione di Imprenditore agricolo professionale, ma non e’ altrettanto facile e neppure veloce la procedura per un agriturista che si vuol iscrivere all’albo; idem per un imprenditore che chiede un parere propedeutico all’edificazione in zona agricola. Mentre nel cuore dell’efficiente Nordest si affrontano queste difficolta’ con riunioni fiume e tavoli tecnici ad hoc, altre regioni come Marche, Abruzzo, Calabria e Puglia hanno legiferato con successo riducendo gran parte delle procedure. Addirittura la norma pugliese annuncia gia’ in premessa che possono essere semplificate tutte le funzioni legate all’esercizio delle attivita’ previste dall’art. 2135 del codice civile (quello che definisce l’imprenditore agricolo), riducendo in un colpo solo ben dodici processi a carattere tecnico, ambientale, sanitario e altri due connessi all’ottenimento dei finanziamenti del Programma di sviluppo rurale. “E’ evidente che senza un’attenta vigilanza e sprone da parte del Governo veneto ben difficilmente si potranno raggiungere dei risultati concreti. Ed a questo punto – conclude Coldiretti – ci chiediamo se esista veramente l’interesse a diminuire le scartoffie per questa amministrazione regionale o se sia solo l’ennesimo slogan”.
AGI – 3 maggio 2013