Una notizia positiva, l’Italia è sostanzialmente promossa. In una delle filiere più delicate, quella dei mangimi, e per uno dei problemi che sono stati all’origine della nuova legislazione alimentare UE oltre 15 anni fa: la diossina. L’obiettivo generale dell’audit condotto dal Food & Veterinary Office (FVO) era di valutare l’attuazione dei requisiti specifici per quanto riguarda la gestione complessiva di oli, grassi e prodotti derivati ??per l’alimentazione degli animali rispetto ai requisiti sulla diossina come istituiti dal regolamento (CE) n 183/2005 attraverso la sua modifica, il regolamento (UE) n 225/2012. In base alla relazione del Food and Veterinary Office infatti, l’audit condotto dal 18 al 27 febbraio in Italia ha dato esiti buoni.
Nel complesso il rapporto conclude che il sistema di controlli ufficiali è in gran parte efficace nel verificare che gli operatori lungo la catena alimentare sono conformi ai requisiti in materia di produzione, stoccaggio, il trasporto circa la presenza di diossina in oli, grassi e prodotti da essi derivati??.
Limiti
I requisiti imposti dalla normativa UE sono in una fase iniziale di sviluppo e, anche se sono state notate alcune buone pratiche, non sono sempre applicati in modo coerente in tutto il paese. La ragione principale di questa situazione è legata ad un ritardo generale nel processo di sviluppo della verifica strutturata e sistematica delle esigenze pertinenti, in particolare durante il riconoscimento degli stabilimenti.
Inoltre, anche se sono state adottate alcune misure per ridurre i tempi di consegna per le analisi delle diossine, questi non sono ancora sufficienti a garantire che le azioni correttive siano adottate in modo tempestivo. Nel rapporto sono contenute poi azioni correttive suggerite alle autorità italiane.
Sicurezza Alimentare Coldiretti – 23 settembre 2014