Mettere in campo misure di risanamento per garantire l’equilibrio dei conti dell’Inps. È un’operazione «indilazionabile». Non solo: occhi aperti per verificare l’adeguatezza delle pensioni collegate al metodo contributivo.
E riforma della procedura per il riconoscimento dell’invalidità civile, limitando il ricorso a medici esterni convenzionati. Serve attenta e responsabile riflessione su invalidità civile La Corte dei conti ha analizzato il bilancio 2012 dell’Istituto nazionale della previdenza sociale. I conti Inps, spiega nel report (in merito alla determinazione n. 101/2013 del 27 novembre 2013) la magistratura contabile, registrano il primo disavanzo finanziario e l’aumento del deficit. Entrambi gli aspetti sono conseguenza dei più grandi fondi amministrati, per i quali «appaiono indilazionabili misure di risanamento – che si riconnettono anche al ciclo recessivo oltre che alla incorporata gestione pubblica».
La Corte richiama «una attenta e responsabile riflessione sulla perdurante criticità dell’invalidità civile, che ha ampiamente confermato l’improrogabilità di un intervento legislativo volto a completare il trasferimento delle competenze dell’intero procedimento in capo all’INPS, nella constatata inefficacia delle scelte procedurali operate e del massiccio ricorso a medici esterni convenzionati, che mette a rischio le capacità di governo del settore da parte dell’Ente».
Attenzione all’adeguatezza delle pensioni collegate al metodo contributivo
La Corte conferma «l’esigenza di un costante monitoraggio degli effetti delle riforme del lavoro e della previdenza obbligatoria sulla spesa pensionistica e di una crescente attenzione al profilo dell’adeguatezza delle prestazioni collegate al metodo contributivo e degli eccessivi divari nei trattamenti connessi a quello retributivo, unitamente all’urgenza di rilanciare la previdenza complementare».
Parasubordinati in prima fila per contenere le perdite
A ripianare le perdite parasubordinati e prestazioni temporanne. Il report mette infatti in evidenza che « al contenimento della gravosa perdita economica totale concorre tuttavia il massiccio saldo positivo di esercizio dei “parasubordinati” e quello delle prestazioni temporanee, i cui netti patrimoniali consentono ancora la copertura di quelli negativi delle altre principali gestioni e il mantenimento di un attivo nel bilancio generale, esposto peraltro a rapido azzeramento».
Marcato aumento delle prestazioni non bilanciato dal flusso dei contributi
Nel contesto del marcato aumento delle prestazioni, la ripresa del flusso contributivo – alimentata dalla gestione privata e in particolare dal lavoro autonomo e ancor più dai “parasubordinati” – non riesce a ripianare lo squilibrio tra le ambedue essenziali componenti di quasi tutte le gestioni, non sufficientemente bilanciato da apporti statali quantitativamente e qualitativamente adeguati, con conseguente dilatazione dei saldi negativi e dell’indebitamento, aggravati dal fondo di nuova acquisizione dei dipendenti pubblici, in progressivo e crescente dissesto.
Il Sole 24 Ore – 4 dicembre 2013