Iva, Imu e Tares saranno più onerose degli anni scorsi. Il congelamento dell’Iva, inoltre, porterà i rincari per gli acconti di fine anno dell’Irpef, dell’Ires e forse dell’Irap.
Così, tra novembre e dicembre, le piccole imprese dovranno versare fino a 56mila euro tra tasse e contributi. Le misure del governo su Imu ed Iva non sono state altro che delle dilazioni nel tempo di pagamenti che, senza iniziative più incisive, presenteranno comunque il conto agli italiani. Così il pressing del fisco sulle imprese rischia di generare un vero e proprio ingorgo, con 24 scadenze fiscali e contributive che si concentreranno tra novembre e dicembre.
Secondo la Cgia di Mestre, che ha lanciato l’allarme, molte di queste – come il pagamento dell’Iva, dell’Imu e della Tares – saranno più onerose delle precedenti. Inoltre, a seguito dello slittamento dell’aumento dell’Iva al prossimo 1 ottobre, anche gli acconti di fine anno di Irpef, di Ires e forse anche quelli dell’Irap subiranno dei rincari che, comunque, saranno compensati in sede di pagamento del saldo nel 2014.
Già in affanno per la cronica mancanza di liquidità, tra novembre e dicembre le piccole imprese, che costituiscono la quasi totalità delle aziende presenti nel nostro Paese, dovranno versare, tra imposte tasse e contributi, tra i 10.800 e i 56.000 euro: “Una vera stangata – dicono gli artigiani – che rischia di mettere definitivamente in ginocchio moltissimi operatori economici”.
L’Associazione veneta fornisce anche un quadro delle scadenze in arrivo:
IVA – L’aumento dell’aliquota dal 21% al 22% doveva scattare dal 1 luglio. Nella bozza del Decreto legge approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri l’aumento è stato spostato al 1 ottobre. L’Erario riceverà i “benefici” di questo rincaro a partire dal mese di novembre, quando le imprese che versano l’Iva con cadenza mensile pagheranno l’imposta.
IMU – Gli imprenditori stanno attendendo con fiducia la riforma che l’esecutivo dovrà presentare entro la fine del prossimo mese di agosto. In questa rimodulazione dell’imposta potrebbe essere introdotta la deducibilità dell’Imu dalla determinazione del reddito di impresa. Si ricorda, inoltre, che, in seguito alla proroga del termine per l’approvazione del bilancio di previsione, i Comuni hanno tempo sino al 30 settembre 2013 per approvare le aliquote IMU da applicare per l’anno in corso.
TARES – L’applicazione del nuovo tributo ambientale è stata di fatto posticipata a fine anno. La normativa, infatti, stabilisce che i Comuni hanno la possibilità di decidere liberamente il numero delle rate di versamento. Le prime due potranno corrispondere agli importi della vecchia Tia/Tarsu, mentre la determinazione dell’ammontare complessivo dovuto a titolo di Tares avverrà con l’ultima rata, dalla quale saranno detratti gli importi già effettuati nei primi due versamenti. Non è da escludere che la riforma della tassazione sugli immobili, che dovrà essere approvata entro il prossimo mese di agosto, cancelli o riformi questa nuova imposta. Per misurare gli effetti della Tares si è deciso che l’ammontare complessivo sia calcolato con la rata di dicembre. Rispetto a quanto pagato nel 2012, per l’anno in corso si è ipotizzato un aumento del costo a carico dell’azienda del 15%. Così come stabilito dalla nuova normativa, questo è l’incremento minimo necessario affinchè il gettito della Tares copra interamente i costi del servizio di asporto e smaltimento dei rifiuti.
ACCONTI – Molto probabilmente a novembre gli acconti Irpef, Ires e forse Irap subiranno un aumento. Infatti, il Decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 25 giugno (il testo ufficiale non è ancora stato pubblicato) sembra prevedere: l’aumento dell’acconto Irpef dal 99% al 100% dal 2013 (e quindi anche per il futuro); l’aumento dell’acconto IRES dal 100% al 101% solo per il 2013. Il pagamento della prima rata non viene interessato dall’aumento: in questo modo il maggior esborso si farà sentire interamente con il pagamento della seconda rata. Sembra che anche l’acconto Irap aumenti di 1 punto percentuale. Di conseguenza, gli imprenditori individuali e le società di persone applicheranno l’aliquota del 100%, i soggetti Ires quella del 101%
Repubblica – 29 giugno 2013