Dopo quanto scoperto nei giorni scorsi dal servizio veterinario ASL Lecce, dell’Unità Operativa di Campi Salentina e dai NAS dei Carabinieri, i veterinari lanciano l’allarme, soprattutto in questo periodo, per una maggiore attenzione rivolta all’acquisto di Carni (capretto ed agnello) considerate “Paesane”.
Il consumatore, istintivamente, al concetto di “carni paesane” associa l’idea di buono,di sano, e le ritiene, cioè, più genuine delle altre carni in commercio.
La definizione stessa di paesano le fa ritenere provenienti dal circondario o, al massimo, dalla provincia. In realtà queste carni potrebbero provenire da allevamenti fantasma, non controllati per le malattie più comuni come la brucellosi, da animali sottoposti a trattamenti terapeutici illegali o che, comunque, rilasciano residui nelle carni.
”E’ opportuno, quindi – spiega la dottoressa Annalisa Persano, veterinario del Distretto Sanitario di Campi Salentina – che il consumatore sappia che gli animali prima di essere venduti in macelleria come “carni paesane” devono provenire da allevamenti indenni da brucellosi, devono essere sottoposti a visita ante e post mortem da parte dei veterinari pubblici nei macelli provvisti di riconoscimento CEE. Solo allora, le carni degli agnelli dichiarate dal Veterinario idonee al consumo umano e, soprattutto dopo la regolare apposizione del bollo sanitario riconoscibile dal tipico colore rosso , possono essere vendute come “carni”.
Se poi gli animali provengono da allevamenti locali regolarmente controllati dai servizi veterinari, il consumatore o il macellaio potranno chiamarle anche “paesane”!”
26 Aprile 2011 – guadagno informa.net