L’eccesso di produzione e uso di antibiotici, circa la metà dei quali è utilizzata nella produzione animale, aumenta e rafforza i geni resistenti ai trattamenti e riduce di conseguenza la capacità degli antibiotici di sconfiggere le malattie negli animali e nell’uomo. Specialmente in Cina.
E’ il risultato di una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Pnas che mostra che la Cina – il piu’ grande produttore e consumatore di antibiotici – e molti altri paesi del mondo non tengono in conto l’impatto dell’estremo utilizzo degli antibiotici sull’ambiente e sulle resistenze dell’uomo e degli animali. Lo studio ha rilevato, ad esempio, negli allevamenti commerciali dei maiali in Cina la presenza di centoquarantanove geni unici resistenti agli antibiotici. “La nostra ricerca riguarda principalmente la Cina ma riflette cio’ che sta accadendo in molti paesi del mondo”, ha spiegato James Tiedje, tra gli autori dello studio che approfondisce il rapporto tra l’uso degli antibiotici negli allevamenti e la pericolosa diffusione dei geni resistenti.
“L’Organizzazione Mondiale della Sanita’ e la U.S. Food and Drug Administration hanno segnalato piu’ volte la necessita’ di una migliore regolamentazione dell’uso veterinario degli antibiotici. La Cina – ha detto Tiedje – attualmente utilizza quattro volte gli antibiotici per scopi veterinari usati in Usa. Il farmaco e’ scarsamente assorbito dagli animali e una gran parte finisce nel letame: parliamo di settecento milioni di tonnellate solo in Cina. Letame usato come fertilizzante che porta i geni resistenti con se’ e li diffonde anche attraverso il commercio internazionale. L’esposizione quotidiana agli antibiotici, come quelli per l’alimentazione animale, permette ai microbi che trasportano i geni resistenti di prosperare. In alcuni casi, questi geni diventano altamente mobili, nel senso che possono essere trasferiti ad altri batteri che possono causare malattie negli esseri umani. Si tratta di una situazione preoccupante perche’ le infezioni che causano non possono essere trattate con gli antibiotici”.
(AGI) – Washington, 14 febbraio 2013