L’allerta ora si è alzata perché da ieri, nel Padovano, le morti sospette per colpa delle vaccinazioni sono due. E sulla scena è salito anche il Fluad, il farmaco antinfluenzale della Novartis finito sotto accusa (solo mediatica per ora) per le decine di morti sospette a distanza di poche ore dalle vaccinazioni.
Ieri mattina infatti sul tavolo del pm Sergio Dini, di turno alla procura della città del Santo, è arrivata la nota di un medico di base dell’Usl 15 dell’Alta Padovana, che segnalava alla magistratura il decesso di una sua paziente, Ines Alessi, 86 anni di Curtarolo, spirata all’ospedale di Cittadella a tre giorni di distanza dall’inoculazione (sabato, all’ospizio di Piazzola sul Brenta) del farmaco prodotto nelle colline di Siena.
Il caso è stato segnalato anche alla direzione sanitaria e da qui al sistema di farmacovigilanza nazionale «ma non è possibile allo stato attuale – precisano i tecnici regionali – specificare nessun nesso di causalità e rimane pertanto solo la concordanza temporale».
Fatto sta però che in attesa di tutti gli incartamenti sulla donna, comunque affetta da una situazione clinica «non semplice», scrive il medico nella sua nota, la procura ha già aperto una seconda inchiesta, sempre senza indagati né tantomeno capi d’accusa. Già da stamattina però partiranno gli accertamenti con il sequestro del diario clinico del medico di base, la cartella dell’ospizio di Piazzola e tutti documenti dell’ospedale di Cittadella, dove la donna è morta ieri.
Con ogni probabilità, sotto sequestro ci finirà anche una fiala del lotto di Fluad utilizzata dal medico per vaccinare l’anziana, sul cui corpo verrà effettuata – come di prassi – l’autopsia. Intanto lunedì sera nella caserma dei carabinieri di Prato della Valle, a Padova, è stato interrogato il medico di base di Lidia Mandruzzato, l’ottantaduenne padovana morta il 25 ottobre a una settimana di distanza dalla vaccinazione (18 ottobre), ma finita in ospedale quarantott’ore ore dopo la puntura per una crisi respiratoria.
Ai militari del luogotenente Giancarlo Merli, il camice bianco ha detto di aver vaccinato la sua paziente, malata di Parkinson e con problemi alle vie respiratorie, «come al solito negli ultimi tre anni» (da quando cioè aveva in cura la donna), sottolineando l’assenza di «reazioni immediate».
È stata lei la prima veneta a finire nel registro delle morti sospette dopo l’antinfluenzale, tanto che il pm Dini ha ordinato all’Arma il sequestro di una fiala del lotto di cui faceva parte il vaccino usato su Lidia Mandruzzato, in questo caso il Vaxigrip 2014/2015, mai finito prima nella partita di vaccini sospetti. E sempre ieri mattina il professor Massimo Montisci è stato incaricato di svolgere l’autopsia sull’anziana per evidenziare eventuali legami tra la vaccinazione e la morte.
A segnalare il caso erano stati i figli della donna, Paola e Bruno Ferrarese, che domenica avevano deciso di sospendere la cremazione della madre dopo aver scoperto dalla badante dell’anziana, a funerale già celebrato, che due giorni prima del ricovero al Monoblocco, la donna era stata vaccinata. «Non vogliamo accusare nessuno, vogliamo solo capire cosa sta succedendo» ha detto lunedì al Corriere del Veneto la figlia Paola.
Ora però, tra le rassicurazioni del ministro della salute Beatrice Lorenzin, che ha garantito l’assenza di nessi, arriva una seconda morte sospetta. Sempre a poca distanza dalla puntura di vaccino.
Corriere del Veneto – 3 dicembre 2014