“Siamo ai lavori forzati”, così il segretario nazionale dell’Anaao Assomed Costantino Troise commenta le norme sul taglio delle pensioni di anzianità che per i medici è particolarmente gravoso viste le condizioni di lavoro. “Per noi quella norma vale 6 anni di lavoro in più”
05 DIC – “Dopo il blocco dei contratti e del congelamento delle retribuzioni, dopo il sequestro di parte della liquidazione ed il suo frazionamento in tre anni, dopo il prelievo straordinario del 5% e 10% sulle retribuzioni superiori a 90.000 e 150.000 euro, solo per i dipendenti pubblici, dopo tutte le altre leggi speciali che hanno colpito negli ultimi anni i dipendenti pubblici e quindi i medici e i dirigenti del Ssn, adesso arrivano i lavori forzati”. Questo il commento del Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise, alla manovra economica approvata ieri dal Consiglio dei Ministri.
“La riforma delle pensioni che, annullando ogni gradualità, prevede la possibilità di andare in pensione solo al raggiungimento dei 42 anni di contributi (41 per le donne) o all’età di 66 anni, in cui è fissata l’asticella della pensione di vecchiaia, e senza che sia ancora chiarito il meccanismo di penalizzazione in caso di uscita anticipata, è un durissimo colpo per il personale medico e dirigente del Ssn”.
Tutto questo, prosegue Troise, “A fronte di condizioni di lavoro sempre più gravose per l’impoverimento delle piante organiche falcidiate dal blocco del turn-over, e sempre più difficili sul fronte della sicurezza e della qualità delle cure a causa dei profondi disservizi provocati dai tagli lineari per circa 20 mld di euro, in un colpo solo si aboliscono le pensioni di anzianità”.
“In termini pratici – sottolinea il leader dell’Anaao – si prospetta la possibilità per molti medici, anche quelli impegnati nei turni di lavoro più gravosi, di un allungamento della permanenza al lavoro anche di sei anni. Ed il passaggio al sistema contributivo, sia pure pro rata a partire dal 2012, comporterà una riduzione delle pensioni, che solo per i dipendenti pubblici tra cui i medici e i dirigenti sanitari, ed in spregio a qualsiasi forma di giustizia fiscale, sono già à gravate dal contributo di solidarietà e per le quali viene bloccato (oltre i 960 euro mensili) il recupero dell’inflazione. Ed inoltre, nessuna ridistribuzione è prevista per i giovani: solo tagli per chi deve andare in pensione”.
“L’Anaao Assomed – conclude – è fortemente preoccupata per il futuro dei giovani e delle migliaia di precari che vedono sempre più lontano il loro momento di accesso e la loro stabilizzazione nel mondo del lavoro. Così come è preoccupata per le migliaia di medici obbligati a coprire con la loro professione e la loro fatica i vuoti provocati da tagli dissennati e da governi regionali irresponsabili ed anche per milioni di cittadini che vedranno abbattute le prestazioni essenziali e ristrette le loro tutele”.
5 dicembre 2011