No agli Ogm, no alla loro semina, no al mais di Giorgio Fidenato, l’imprenditore agricolo friulano paladino delle battaglie a favore delle coltivazioni geneticamente modificate. Dopo il Tar anche il Consiglio di Stato ha bocciato i suoi cinque ettari coltivati a mais Mon 810, rigettando il ricorso con il quale il battagliero Fidenato aveva impugnato il decreto del governo che vietava la coltura di questa semina in Italia.
Il divieto scadeva il 12 gennaio ma la data è stata prorogata dall’esecutivo di altri 18 mesi. Ricordando che in attesa dell’adozione delle misure comunitarie «ogni Stato membro può decidere se e per quanto tempo mantenere in vigore le misure d’emergenza nazionali adottate», la sentenza del Consiglio di Stato riconosce che i ministeri della Salute, dell’Agricoltura e dell’Ambiente hanno «correttamente ritenuto che il mantenimento della coltura del mais Mon 810 senza adeguate misure di gestione non tutelasse a sufficienza l’ambiente e la biodiversità, così da imporre l’adozione della misura di emergenza adottata». Fidenato, che è anche il leader di Agricoltori Federati, non demorde. Anzi, rilancia: «A marzo seminerò comunque perché io voglio continuare a mangiare prodotti biotech e questi che coltivo io lo sono». Nel frattempo si rivolgerà alla Corte di giustizia europea: «L’unica che in passato ha riconosciuto la bontà delle nostre istanze». Contesta il principio di precauzione che anima la sentenza: «L’Europa aveva già disposto che per attivare le misure di emergenza gli Stati devono accertare l’esistenza problemi gravi e manifesti per la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente. Non fa cenno a ragioni di precauzione».
Esultano quasi tutti: la politica, la Coldiretti e gli ambientalisti. Il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci (Pd), guarda avanti: «Ora il bando delle coltivazioni». «Vittoria per l’intero settore agricolo», ha commentato l’ex ministro per le Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, da sempre no Ogm, come il suo ex collega alla guida dello stesso dicastero, il governatore leghista del Veneto Luca Zaia: «Un successo per l’agricoltura di qualità». La Coldiretti cita la statistica: «Otto italiani su dieci lo vogliono». «Italia Ogm free», ha telegrafato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. Un consenso trasversale, al quale non partecipa Confagricoltura che da sempre parla di «grande ipocrisia perché i prodotti Ogm sono già sulle nostre tavole». E, naturalmente, Fidenato: «Io semino».
Andrea Pasqualetto – Il Corriere della Sera – 7 febbraio 2015