L’Espresso. Il metodo Veneto contro la pandemia non esiste più. E il professore Andrea Crisanti, che ne fu l’inventore, lascia pure la regione governata dal leghista Luca Zaia e il dipartimento di microbiologia e virologia che dirige all’Università di Padova.
Il professore si trasferisce allo “Spallanzani”, il centro nazionale per le malattie infettive di Roma, struttura d’eccellenza per la regione Lazio, riconosciuto come istituto di ricovero e cura a carattere scientifico e perciò finanziato dal ministero per la Salute. Crisanti ha permesso al Veneto, dove si è sviluppato il focolaio di Vo’ Euganeo, di contenere la prima fase della pandemia con un utilizzo massiccio di tamponi per scovare gli asintomatici, i super diffusori che, per un lungo periodo, hanno consentito al Covid 19 di circolare indisturbato.
Nel laboratorio di Padova, già a febbraio, si analizzavano mille tamponi al giorno, mentre nel resto d’Italia mancavano i reagenti e si interveniva con ritardo sui malati. I successi del Veneto erano i successi di Crisanti. Finché Zaia non si è immerso nella campagna elettorale e si è intestato virtù politiche e pure scientifiche . Crisanti non ha cambiato mai idea, ha professato attenzione e prevenzione anche durante l’estate delle illusioni con la politica che danzava sulla fragile riapertura e i virologici si dividevano in squadre fra ottimisti e pessimisti, apocalittici e integrati, discoteche sì e discoteche no. I fatti danno ragione al professore di Padova.
Origini e formazioni romane, Crisanti ha insegnato Parassitologia molecolare alla facoltà di Scienze naturali dell’Imperial College di Londra e lì ha condotto importanti ricerche per la lotta alla malaria. Soltanto due anni fa è rientrato in Italia, a Padova. Adesso sarà al servizio dello “Spallanzani” con la benedizione del governo di centrosinistra e la benedizione di Nicola Zingaretti, governatore del Lazio nonché segretario del Pd e di Roberto Speranza, ministro della Salute. Il passaggio sarà ufficializzato tra poche settimane. Crisanti non commenta. A fine anno va in pensione la dottoressa Maria Rosaria Capobianchi, direttore del dipartimento di virologia dello “Spallanzani”, la scienziata che con la squadra ha isolato e mappato il coronavirus poi chiamato Covid 19.