Non bastava la rottura della vetrata esterna del Servizio veterinario della Asl Caserta avvenuta recentemente. In un’escalation minacciosa questa volta ad essere prese di mira sono state tre delle sei auto aziendali in dotazione ai servizi veterinari. I malviventi l’altra notte le hanno colpite a martellate accanendosi fino a frantumare vetri e fanali e danneggiare gli specchietti. Un atto intimidatorio grave verso i professionisti che normalmente utilizzano quei mezzi per recarsi sul territorio ed effettuare i controlli relativi alla tubercolosi e alla brucellosi. Controlli che evidentemente danno molto fastidio a qualcuno.
Le intimidazioni ai veterinari pubblici, chiamati a fare rispettare la legge e le normative nel settore zootecnico e agroalimentare, purtroppo numerose in tutt’Italia, diventano particolarmente gravi e allarmanti se messe in atto in zone in cui è forte la presenza della criminalità organizzata.
Da tempo il Sindacato italiano dei veterinari di medicina pubblica denuncia le intimidazioni ai danni dei colleghi e chiede a Governo, Parlamento e Regioni che siano messe in atto decise contromisure per arginare un fenomeno sempre più inquietante.
La Segreteria nazionale del Sivemp sta seguendo con attenzione anche quest’ultima gravissima vicenda. A breve verrà ribadito ancora una volta in audizione in Parlamento, davanti alle Commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali della Camera, la necessità di introdurre nel testo del Ddl Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni, un emendamento per la tutela degli operatori sanitari che operano al di fuori delle strutture sanitarie pubbliche o private come i medici veterinari, che svolgono le loro funzioni presso macelli, aziende zootecniche o strutture di produzione e vendita di alimenti di origine animale, che sono attività e domicili privati e non possono in alcun modo essere catalogate come strutture sanitarie.
Lo stesso Ministro della Salute Roberto Speranza, più volte sollecitato in tal senso, ha prestato molta attenzione alla richiesta ed ha annunciato oggi “la mia volontà e disponibilità ad estendere attraverso un apposito emendamento il campo di applicazione della fattispecie penale anche agli episodi di violenza occorsi al di fuori delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche o private, tenuto conto che gli operatori sanitari spesso svolgono le loro funzioni anche all’esterno delle strutture. L’obiettivo è sanzionare le lesioni subite a causa dell’adempimento delle funzioni in qualsiasi luogo le stesse vengano esercitate” davanti alle commissioni riunite Affari sociali di Camera e Senato, nel corso dell’audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero.