Aumentano i casi di cani abbandonati nel territorio della Usl 8. Forse anche a causa della crisi, nonostante diminuisca la media dei quattro zampe per abitante, aumentano invece i recuperi di cani abbandonati dal servizio veterinario dell’azienda socio-sanitaria, che si aggirano su un migliaio all’anno.
Circa la metà di questi sono privi di microchip e quindi non sono identificabili, con la conseguente difficoltà di rintracciare i proprietari. I cani finiscono così al canile-rifugio con un costo di circa mille euro all’anno ad animale, a carico delle amministrazioni comunali. Cosa che ha un suo peso nei bilanci, soprattutto in riferimento al fatto che si tratta di una spesa di cui i Comuni non hanno nessuna responsabilità. Questa invece ricade su chi detiene uno o più cani, ma che nonostante tutti gli appelli, continua a non rispettare la normativa in vigore che prevede, entro i primi tre mesi di vita, l’iscrizione all’anagrafe canina e l’applicazione del microchip, che permette l’identificazione del padrone. I problemi derivanti dagli abbandoni dei cani riguardano sia la sicurezza sulle strade che la trasmissione di malattie infettive e parassitarie. Da qui l’invito del Dipartimento di prevenzione dell’Usl a segnalare cani e altri animali abbandonati, meglio se dopo aver accertato questa condizione. Si può avvisare sia il 118 che la Polizia locale, che direttamente il servizio veterinario dell’Usl. Il Dipartimento è dotato di un servizio di anagrafe e di un servizio di cinovigilanza che provvede a recuperare, identificare e gestire i cani vaganti garantendone la cura, se necessario. C’è anche un’ambulanza veterinaria.(d. n. )
La Tribuna di Treviso – 15 luglio 2014