l manager più pagato resta Silvano Vernizzi, ad di Veneto Strade, la holding che sta realizzando la Pedemontana con i 600 milioni anticipati dal governo Letta. Vernizzi nel 2015 ha guadagnato 194 mila euro e ad ogni incontro rassicura la giunta Zaia e l’opinione pubblica: state tranquilli, anche se manca il closing finanziario la Pedemontana aprirà i battenti fra due anni. I cantieri non si fermano: dove trovare i 3 miliardi di euro non lo sa nessuno e la Sis ha lanciato un bond sul mercato Usa per finanziare il project in attesa di incassare i pedaggi. Scommessa tutta da vincere. Tutti i compensi
L’indennità di Vernizzi emerge dall’Anagrafe degli incarichi e dei compensi degli amministratori degli enti strumentali della Regione, vale a dire le due Aziende ospedaliere di Padova e Verona, le “vecchie” Usl e le società partecipate che il ministro Madia vuole azzerare con la sua riforma per passare dai Cda alla gestione monocratica. Obiettivo: tagliare poltrone e stipendi. Che si tratti di una scelta obbligata lo dimostra proprio l’anagrafe degli incarichi. Certo, il Veneto non è la Sicilia che ha un’assemblea di 90 «deputati regionali» contro i 51 di palazzo Ferro Fini ma messe in fila lungo in Canal Grande, le 208 poltrone «strumentali» sono davvero troppe e non resta che seguire la strada tracciata con la sanità: drastica riduzione delle partecipate e accorpamento delle poltrone inutili che nel 2015 sono costate 4,5 milioni di euro.
La sanità. La cura dimagrante delle Usl avviata il primo gennaio 2016 spiega l’urgenza della spending: i 22 “vecchi” manager e il super direttore generale Mantoan (allora commissario dello Iov a titolo gratuito) hanno incassato 2,8 milioni di euro, cui va sommato il bonus del 10% come premio di gestione sempre corrisposto. Ma le Usl sono strutture complesse: al “Big1” si affianca la terna con il direttore sanitario, quello amministrativo e il pari grado del sociale retribuiti con stipendi analoghi. Tirate le somme siamo a 90 manager indicati dal governatore Zaia con un rapporto esclusivo di fiducia. Stiamo parlando di quasi 11 milioni di euro di stipendi per chi amministra la sanità veneta che «fattura» 8,5 miliardi e il drastico risparmio avviato nel 2016 è un segnale decisamente positivo e da incoraggiare. Magari a Roma seguissero lo stesso esempio nel taglio dei top dirigenti ai ministeri.
I “volontari” dei parchi. Sul fronte opposto l’Oscar del volontariato alla civis politica lo meritano gli amministratori dei 5 parchi naturalistici del Veneto (nell’ordine Colli Euganei, Delta del Po, Dolomiti, Sile, Lessinia) in tutto 67 poltrone retribuite in maniera assai diversa.
Il rigore francescano è di casa al Parco Colli Euganei che ha fissato un gettone di 24,70 euro per seduta, che forse serve a pagare la benzina dell’auto. Il presidente Luca Callegaro guida una pattuglia di 24 consiglieri e come sindaco di Arquà Petrarca conta sui buoni uffici del senatore Marco Marin (Fi) che lo ha voluto a guidare un ente nato nel 1990. Decisamente con un piglio più manageriale si presenta il parco del fiume Sile forte di 39 consiglieri, una sorta di “Assemblea Costituente” tra le risorgive trevigiane e l’Adriatico: qui detta legge la Lega e le relative indennità sono adeguate. Il presidente Nicola Torresan può contare su un assegno di 6.669 euro l’anno e decisamente più remunerata è la presidenza del Parco Dolomiti d’Ampezzo con 20.000 euro versati a Gianfranco Demenego. “Zero money” per Mauro Giovanni Viti, commissario straordinario del Parco Delta Po e “zero money” pure a Stefano Sisto, commissario del Parco Naturale della Lessinia.
Le società partecipate. Se nessuno azzarda critiche al ruolo e alle indennità di Stella (Avepa), Pepe (Arpav), Nezzo (Veneto Agricoltura), Barone (Veneto Lavoro) e Andrighetto allo Zooprofilattico, più controverse sono le presidenze delle 12 società partecipate con relativi Cda: si va da Veneto Sviluppo, che dovrà svolgere un ruolo delicatissimo nel salvataggio delle aziende travolte dal crac delle azioni di BpVi e Veneto Banca, a Sistemi Territoriali chiamata a progettare con Bolzano la ferrovia delle Dolomiti. Nell’ultima legislatura, i giusti propositi di tagliare 4 delle 12 partecipate si sono infranti per la tenace opposizione della maggioranza di centrodestra, che ha salvato persino la poltrona dell’avvocato Ferdinando Businaro alla guida della Rocca di Monselice: sarà retribuito con 46,48 euro. Pizza, birra e caffè a Natale e a Pasqua
Albino Salmaso – Il Mattino di Padova – 2 marzo 2016