L’Associazione delle imprese assicuratrici lancia l’allarme sull’aumento dei costi in un’audizione presso la Commissione errori. I costi insostenibili hanno portato nel 2011 alla disdetta del 15% delle polizze. Palagiano: “Occorre uniformare, in tutta Italia, il risarcimento dovuto per danno biologico”.
Si è svolta oggi l’audizione dell’Ania presso la Commissione errori del SSN della Camera dei deputati. E sui numeri divulgati non c’è da sorridere. Non si arresta infatti la crescita del numero di denunce per malpractice così come i costi. Le polizze assicurative sono costate 485 milioni di euro nel 2009, mentre nel 2010 hanno sfiorato i 500 milioni. Nel suo report, l’Ania evidenzia un aumento fino al raddoppio della stima dei costi dei rimborsi negli anni. Una crescita dirompente, quindi, che non altro che far fuggire le Asl dalle assicurazioni, perché sempre più care. Ma per la stessa ragione anche le stesse assicurazioni preferiscono rinunciare a contratti troppo poco vantaggiosi e decidono di disdire.
“Circa l’80%” delle denunce di errori o malpractice medica porta a un risarcimento assicurativo, che in media costa alla compagnia il 160% rispetto al premio incassato”, ha spiegato Dario Focarelli, direttore generale dell’Ania. Un costo che per le imprese assicuratrici è lievitato rapidamente. “Negli anni ’90 incassavamo 100 e pagavamo tra 300 e 400. Ora il trend è in discesa, ma essenzialmente perché sono aumentati i premi”.
Sempre secondo l’Ania, i sinistri più vecchi, denunciati e “protocollati” da più tempo, vedono progressivamente aumentare negli anni, fino al raddoppio, la stima del loro costo medio: ad esempio, per quelli protocollati nel 1994, dopo otto anni le imprese di assicurazione avevano stimato mediamente di pagare circa 18.200 euro, mentre a distanza di 10-12 anni la valutazione aveva raggiunto “quello che sembra oggi il costo medio ‘ultimo’ dei sinistri di quella generazione” cioè circa 36mila euro.
Ma il problema non riguarda solo l’Italia. “In tutti i principali paesi risulta che le stime iniziali dei danni che implicano delle lesioni fisiche registrino necessariamente degli aumenti”.
Ma l’aumento delle richieste di risarcimento e l’innalzamento dei premi sta producendo anche un fenomeno pericoloso: la disdetta delle polizze. Secondo le stime dell’Ania, in 15 anni le denunce sono triplicate e sono aumentate dell’8,2%. Nel 1994 i casi erano 9.567, mentre nel 2009 sono diventati 34.035 e 33.682 nel 2010. Solo nel 2010 sono stati denunciati 21.353 sinistri avvenuti all’interno di una struttura sanitaria. Nel 2011 sono state disdette il 15% delle polizze alle strutture sanitarie. Di questo 15%, il 5% è stato disdetto per volontà della compagnia, mentre circa il 10% dalla struttura sanitaria in quanto le nuove condizioni tariffarie non sono state ritenute convenienti.
A fare questa scelta sono più spesso le strutture pubbliche, quasi sempre per l’eccessivo costo dell’assicurazione. Le compagnie invece si tirano indietro, spiega l’Ania, quando pensano che il sistema di prevenzione della struttura sia talmente poco efficace che è impossibile assicurarle. La stima dei premi per il settore delle strutture sanitarie per il 2010 è pari a 290 milioni di euro, che rappresentano il 58% del totale del settore Rc sanitaria.
“Le assicurazioni professionali per medici e operatori sanitari hanno raggiunto premi, fino a qualche anno fa, impensabili, che arrivano a 15-20.000 euro annui. I massimali previsti dalle polizze, però, non saranno sufficienti ad indennizzare le vittime di errore sanitario quando la causa arriverà a sentenza definitiva. Questo è anche dovuto ad una vera e propria esplosione delle denunce, cui stiamo assistendo negli ultimi anni e che si traducono in una spesa abnorme per l’interno Servizio sanitario nazionale”. Ha dichiarato il Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori e disavanzi sanitari, Antonio Palagiano.
Secondo quanto emerge dalla relazione consegnata dall’Ania alla Commissione parlamentare, “nel 2010, la stima del numero di sinistri denunciati alle imprese di assicurazione relativi a strutture sanitarie e’ pari a 21.353”, con un trend in crescita, tanto più preoccupante se confrontato con “il numero delle aziende assicurate, che è andato invece progressivamente riducendosi”.
“I dati forniti oggi dall’Ania sulle assicurazioni mediche sono surreali. Secondo quanto riportato – ha aggiunto Palagiano – molte imprese assicuratrici si sarebbero indebitate negli ultimi 15 anni a causa dei danni liquidati, i cui importi, avrebbero superato anche del quadruplo, le tariffe incassate. Confronteremo e incroceremo i dati forniti oggi con quelli che stiamo ricevendo, copiosamente, dalle aziende sanitarie e ospedaliere. A breve, infatti, verranno elaborate le risposte ai questionari da noi inviati ad Asl e ospedali, volti a delineare l’attuale situazione assicurativa delle stesse e verificarne l’effettiva capacità di sostenere il risarcimento del cittadino vittima di malpractice. Troppo spesso, infatti, non sono coperte da alcuna polizza e, in questo modo, non si rendono in grado di garantire al paziente, in caso di procedimenti per eventi avversi conclusi con una condanna, eventuali rimborsi dovuti”.
L’indagine servirà per avere un quadro dettagliato della situazione per quanto riguarda il numero di richieste di risarcimento inoltrate e gli importi pagati, in modo da consegnare al Parlamento una fotografia basata su reali dati, di quello che viene definito dagli esperti in materia, il rischio clinico nei diversi contesti sanitari. “Questo aiuterà a capire l’andamento degli eventi avversi collegati a malpractice – ha aggiunto Palagiano – ma anche, l’eventuale abuso dello strumento della denuncia da parte dei cittadini. Un aspetto, quest’ultimo, emerso anche dai dati raccolti nell’ambito della inchiesta sui Punti nascita condotta dalla Commissione che presiedo”. Dall’analisi degli esiti dei processi a carico di medici, emerge infatti che solo il 98,1% dei procedimenti per lesioni colpose e solo il 99,1% dei procedimenti per omicidio colposo, si conclude con una condanna.
Inoltre, e questa è stata una delle priorità di intervento evidenziate, “occorre uniformare, in tutta Italia, il risarcimento dovuto per danno biologico”, ha detto il Presidente Palagiano, “ovvero stabilire che la perdita di una funzione o il prezzo di una vita umana, venga risarcito in modo uguale, sia che la malpractice si sia verificata a Catania che a Bolzano, cosa che oggi non accade”.
Per porre fine al fenomeno della medicina difensiva – che, oltre a costare 12-14 miliardi annui al Servizio sanitario nazionale, non garantisce ai pazienti l’appropriatezza terapeutica – si ritiene, infine, auspicabile l’apertura di un tavolo tecnico, finalizzato alla formulazione di una proposta della Commissione d’inchiesta sugli errori e disavanzi sanitari al Ministro della Salute Renato Balduzzi.
Quotidiano sanità – 1 novembre 2012