Regge la blindatura del Dl lavoro-Iva alla Camera da parte della maggioranza che ieri, in extremis, è riuscita a scongiurare il rinvio del provvedimento in terza lettura al Senato. Con un parere interpretativo la Commissione bilancio ha dato il via libera al testo, impegnando con un ordine del giorno il Governo a tenere conto dei rilievi mossi dalla Ragioneria che aveva evidenziato problemi di copertura per alcune modifiche introdotte dal Senato stimati nell’ordine di 13 milioni di euro: nel mirino la deroga per le assunzioni a tempo indeterminato e la stipula di contratti cococo per gli enti di ricerca, il Fondo “mille giovani” per la cultura e la stabilizzazione di associati in partecipazione con apporto di lavoro.
Allarme, dunque, rientrato per Pd, Pdl e Scelta civica che si sono accordati nelle commissioni per non presentare emendamenti al decreto che va convertito entro la scadenza del 27 agosto. Salvo nuovi colpi di scena, il Dl oggi verrà approvato in via definitiva dall’Aula di Montecitorio. «Abbiamo evitato la terza lettura da parte del Senato che avrebbe messo a rischio la conversione in legge del decreto – commenta il relatore Marco Causi (Pd) -. Non si può correre il rischio di vanificare il blocco dell’aumento dell’Iva dal 21 al 22%, che rappresenta il core del decreto, sull’altare di un continuo rimpallo dei provvedimenti fra Camera e Senato». Forti critiche dall’opposizione che ha presentato 190 emendamenti: «Il primo provvedimento dedicato al lavoro passa blindato alla Camera – accusa il Movimento 5 Stelle -, sacrificato sull’altare delle ferie, senza che i protagonisti delle larghe intese si azzardino a presentare alcuna modifica».
Le proposte di modifica dei partiti di maggioranza saranno votate sotto forma di ordini del giorno, come atti di indirizzo per i prossimi provvedimenti del Governo. Che per voce del ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ieri ha annunciato che a settembre interverrà sui cosiddetti esodati per «assicurare continuità a chi ha già perso il lavoro e una prospettiva a chi sarà esodato». Il ministro ha spiegato che «mancano numeri certi su quelli che saranno esodati ma ancora lavorano, ci sono anche persone che il lavoro lo hanno perso, alcune stime indicano una cifra di 20-30mila persone». Sempre a settembre il ministro ha annunciato che verrà rifinanziata la cassa integrazione in deroga; la richiesta di 1 miliardo e mezzo di euro «è una cifra possibile», mentre «entro ottobre si tenterà di fare la riforma servizi all’impiego per consentire ai ragazzi che hanno un curriculum ma non hanno i contatti giusti di essere presi in considerazione». Il riferimento è al dato del 3% dei disoccupati che trova lavoro tramite i servizi per l’impiego.
Tornando al testo del Dl, prevede uno sgravio fino a 650 euro mensili per i datori di lavoro che assumono con contratto a tempo indeterminato giovani tra 18 e 29 anni, per una durata di 18 mesi. L’incentivo dura 12 mesi, invece, in caso di trasformazione in contratto a tempo indeterminato. Viene, inoltre, estesa la sperimentazione della nuova social card nel Mezzogiorno con un finanziamento di 167 milioni di euro. Con 170 milioni si rifinanzia la legge sull’autoimpiego.
Gli interventi sul lavoro
DECONTRIBUZIONE
Incentivo fino a 650 euro
Cinquecento milioni nel 2013-2016 per promuovere occupazione stabile al Sud, attraverso la decontribuzione. L’incentivo (tetto di 650 euro al mese) si applica per assunzioni di giovani tra i 18 e i 29 anni che sono privi di impiego da almeno 6 mesi o sono privi di diploma di scuola media o professionale. Per il Centro-Nord ci sono invece 294 milioni. Il bonus per il datore di lavoro è pari a un terzo della retribuzione lorda per 18 mesi
AUTOIMPIEGO
Rifinanziamento da 170 milioni
In arrivo 170 milioni per rifinanziare la legge 185 sull’autoimpiego, l’autoimprenditorialità e le cooperative no profit. La norma punta a sviluppare nuove iniziative nelle aree economicamente svantaggiate, attraverso, per esempio, contributi a fondo perduto, mutui agevolati per investimenti, assistenza tecnica e formazione. Rifinanziata anche la misura “giovani del non profit” per progetti del privato sociale
ASPI
Beneficio al datore di lavoro
Chi assume a tempo indeterminato lavoratori che usufruiscono dell’assicurazione sociale per l’impiego (Aspi), beneficia, per ogni mensilità di retribuzione del lavoratore, di un contributo mensile pari al 50% dell’indennità mensile residua che sarebbe stata corrisposta al lavoratore. Il beneficio non si applica nel caso di lavoratori licenziati nei sei mesi precedenti da imprese con gli stessi assetti proprietari di quelle che assumono
TUTELE DEI LAVORATORI
Stop alle dimissioni in bianco
In caso di tentativo di conciliazione, la mancata presentazione di una delle parti sarà valutata dal giudice nella sua decisione finale. Prevista anche l’estensione ai co.co.pro. delle norme contro le cosiddette “dimissioni in bianco” e la rivalutazione del 9,6% delle ammende, con destinazione della metà del flusso che ne deriva al rafforzamento di misure per la sicurezza sul luogo di lavoro
CONTRATTI
Intervalli più brevi
Sui contratti a termine è abrogato il divieto di proroga del contratto che non indica la causale (le ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo che giustificano l’indicazione del termine al contratto) e può durare fino a 12 mesi. La pausa tra un contratto a termine e l’altro, poi, torna a 10/20 giorni a seconda della durata del contratto (la riforma Fornero aveva previsto una pausa di 60/90 giorni)
APPRENDISTATO
Entro settembre le linee guida
Entro il 30 settembre la conferenza Stato-Regioni dovrà adottare le linee guida che disciplinano il contratto di apprendistato professionalizzante con l’obiettivo di avere criteri più uniformi sull’intero territorio . Si facilità l’utilizzo di tale tipologia contrattuale attraverso modalità semplificate di elaborazione del piano formativo individuale e di registrazione della formazione
Contratti a termine, a intermittenza e a progetto: cosa cambia con il “Decreto lavoro”
Nei contratti a tempo determinato (art. 7, comma 1, D.L. n. 76/2013) è possibile apporre un termine nei contratti di lavoro subordinato: nell’ipotesi in cui si tratti di primo rapporto di lavoro a tempo determinato fra datore di lavoro e lavoratore, di durata non superiore a dodici mesi comprensiva di eventuale proroga, anche senza specificazione della motivazione, e laddove sia previsto da contratti collettivi di lavoro. Sempre nell’ambito dei contratti a termine con riassunzione, il secondo contratto diventa a tempo indeterminato se: il lavoratore viene riassunto entro un periodo di dieci giorni dalla data di scadenza, in caso di contratto con durata inferiore ai sei mesi, o se il lavoratore viene riassunto entro un periodo di venti giorni dalla scadenza, se il contratto dura più di sei mesi. Per quanto riguarda i contratti di lavoro “intermittente” (art. 7, comma 2, D.L. n. 76/2013) si prevede la trasformazione a tempo indeterminato laddove, con il medesimo datore di lavoro, il contratto abbia una durata complessiva, nell’arco di tre anni solari, superiore alle quattrocento giornate lavorative. Fanno eccezione i settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo. In tema di contratti a progetto (art. 7, comma 4, D.L. n. 76/2013), la Riforma Fornero aveva già specificato che il contenuto non potesse consistere nella semplice “riproposizione dell’oggetto sociale del committente”, né potesse comportare lo svolgimento di compiti “esecutivi o ripetitivi”. Il decreto lavoro corregge tale locuzione in “esecutivi e ripetitivi”, prevedendo la contemporanea sussistenza dei due requisiti. Sempre il D.L. 76/2013 ha previsto che se oggetto del contratto è un progetto di ricerca scientifica, questo “prosegue automaticamente”, laddove la ricerca veda un ampliamento dei temi o conosca una proroga temporale. Infine vengono estese anche alle tipologie contrattuali in esame le disposizioni relative alle cosiddette “dimissioni in bianco” in caso di maternità o paternità, previste dall’art. 4 della Legge Fornero.
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