Ingegneri, navali, meccanici, delle costruzioni, architetti e paesaggisti, agronomi, chimici, veterinari, ma anche igienisti dentali e osteopati.
Chi si riconosce in una di queste figure professionali e volesse cambiare vita potrebbe scegliere di fare le valigie, affrontare dall’Italia un giorno intero di viaggio aereo e atterrare in una delle citta’ dell’Australia. Nazione multiculturale che sposa centri urbani ipermoderni a una natura selvaggia e incontaminata, e’ rimasta almeno finora ai margini della crisi globale, grazie soprattutto a un ciclo economico influenzato positivamente dal buon andamento del settore delle materie prime, anche se secondo alcuni recenti studi la forza trainante del segmento sta perdendo la sua potenza. Si tratta comunque del Paese che secondo l’indagine Ocse della primavera scorsa domina la classifica delle nazioni dove si vive meglio, con una disoccupazione sotto il 5%, la meta’ che in Italia (il dato di novembre appena uscito indica una disoccupazione in calo al 5,2% dal 5,4% del mese precedente, meglio delle attese). E per mantenere elevata la propria posizione economica in un contesto globale di crescente competizione, il Governo australiano richiede un’immigrazione con un elevato standard di preparazione. Per questo viene annualmente compilata una lista di professioni ricercate. L’elenco contiene 191 figure di lavoratori che il Governo australiano sta cercando. La lista denominata Sol – skilled occupation list – apre le porte del Paese a immigrati “indipendenti” in cerca di lavoro. Anche se nel tempo tale lista si sta lievemente riducendo a favore di una lista parallela – Csol, consolidated sposored occupation list – dedicata a chi è stato chiamato in Australia da un’azienda del posto, e che segue quindi un canale preferenziale perché “sponsorizzato” dal datore di lavoro.Il metodo scelto per compilare l’elenco Sol punta negli ultimi tempi a portare nel Paese immigrati altamente qualificati – anche se nella lista Sol sono menzionati anche carpentieri e idraulici – in base alle competenze richieste dallo sviluppo economico dell’Australia nel medio e lungo termine. Per questo cresce il numero di categorie lavorative con alte specificità, mentre scende il numero di professionisti di basso profilo ricercati. La scelta di delineare i profili lavorativi ricercati è stata percorsa anche dal Canada, dove un piano governativo, annunciato nel 2011, prevede di creare 20mila posti di lavoro ogni anno nei prossimi 25 anni nei settori dei trasporti, nel turismo, ma anche nell’industria energetica e alimentare. Il passaggio dalle decisione alla partenza non è immediato. Per ottenere il permesso di emigrazione bisogna dimostrare di avere i requisiti richiesti, anche in termini di esperienza lavorativa. Scegliere di trasferirsi in Australia è una strada non semplice da percorrere, anche per altri motivi, come racconta chi l’ha intrapresa, vista la lontananza dall’Italia e da parenti e amici e data la diversità che il Paese mostra dal nostro. Ma non è così difficile adattarsi a uno stile di vita più “easy”, alle abitudini del posto e alla possibilità di andare in spiaggia in pausa pranzo, come molti manager fanno. Anche il tempo libero di cui ciascuno dispone è mediamente elevato, tre ore al giorno per dedicarsi a se stessi. Bisogna mettere in conto però che il costo della vita non è a buon mercato.
Per informazioni: www.immi.gov.au
7 dicembre 2012 – Il Fatto quotidiano