Concessionarie in attesa del governo: da Autovie e Cav le richieste più alte. Dalla terza corsia ai nuovi caselli, così le società giustificano le revisioni proposte
Autostrade, scattano gli adeguamenti di tariffe di fine anno, anche se l’intervento probabilmente non sarà effettivo prima della fine di gennaio. Le società concessionarie, dopo aver presentato una richiesta a metà dello scorso ottobre, sono in attesa dal ministero delle Infrastrutture della definizione dell’aumento dei pedaggi al quale saranno autorizzate. Su come ciascun operatore sia arrivato a formulare la quota oggetto dell’istanza, come sempre, è difficile ragionare perché l’algoritmo utilizzato per ottenere il coefficiente è complesso e tiene conto di più fattori, i primi fra i quali sono gli investimenti ed i costi di manutenzione. Di conseguenza accade anche che il «tetto» massimo del 5% proposto dal ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, che potrebbe venire a calmierare i rincari, salvo aggiustamenti successivi (compresa un’ipotesi di allungamento della concessione) ma con programmi di ammortamento più dilatati, faccia storcere il naso a qualcuno.
Anche a fronte di richieste di aumento che paiono di sicuro molto forti, se viste dalla parte di chi dovrà mettersi al volante nel 2014. «Questo è uno strano Paese – sostiene ad esempio Emilio Terpin, presidente di Autovie Venete – che chiede infrastrutture ma non vuole sentire la parola ‘aumentì. L’unica entrata della concessionaria è la tariffa e se questa è insufficiente non si possono affrontare impegni per nuove opere». La società friulana, che gestisce l’A4 fra Venezia e Trieste oltre ad una serie di tratti che dalla stessa si ramificano, ha proposto un aumento del 12,92%. Fosse accolto, un viaggio in automobile da Trieste Lisert a Venezia Est passerebbe dai 10,1 euro di oggi a 11,4 euro. Per proseguire in autostrada senza soluzione di continuità verso occidente la tratta successiva è quella che porta a Padova Est attraverso il Passante di Mestre e gestita da Concessioni autostradali venete (Cav), la società paritetica Regione-Anas. Che ha avanzato richieste di rincaro del 6%. Da Mestre a Padova Est, tratta tipica dei pendolari del Veneto centrale, vorrebbe dire veder salire il già caro pedaggio di 3,3 euro a 3,5. Il presidente, Tiziano Bembo, spiega che la quantificazione è stata eseguita tenendo conto degli investimenti principali, fra i quali il nuovo casello di Maerne-Martellago e lo svincolo di Marcon. Altre opere da considerare sono il riammodernamento del sistema di illuminazione della tangenziale di Mestre, che rientra nei tratti di competenza Cav, e la sostituzione di vecchie barriere fonoassorbenti. Sul fronte finanziario, giungono almeno buone notizie per il mutuo che Cav è ancora in attesa di accendere per ripagare il debito con Anas, che aveva anticipato il miliardo di euro necessario per realizzare il Passante.
«Qualche giorno fa una cordata di otto banche – spiega Bembo – ha presentato un’offerta per un mutuo che esamineremo nei primi giorni del prossimo mese». Richiesta di aumento tariffario più moderata per la Brescia-Padova. Che la direzione generale quantifica in un +4%, che deriva per metà dall’inflazione e per l’altra dagli investimenti, quest’anno si trovano su un piano più contenuto rispetto al passato. Il principale è quello del completamento della Valdastico Sud, in attesa di sapere se si potrà continuare verso nord, con il progetto conteso con i trentini. Alla Serenissima si aspettavano una risposta per il 30 dicembre; salvo una moratoria che allo stato appare sempre più probabile. Secondo le previsioni dell’amministratore delegato, Giulio Burchi, un’indicazione dovrebbe giungere alla fine di gennaio. «Abbiamo rifiutato in sede di Aiscat – aggiunge – l’ipotesi di semplificare gli aumenti sull’intera rete autostradale italiana facendo di ogni erba un fascio. Anche perché nel nostro caso rivendichiamo il fatto di aver visto sottostimare, nel recente passato, alcune nostre attività». Più contenuto, infine, l’aumento chiesto per l’Autobrennero, cioè pari all’1,63%. In questo modo un automobilista che da Verona Nord raggiungesse la frontiera pagherebbe, all’uscita, 16,4 euro contro i 16,1 di oggi.
Corriere Veneto – 30 dicembre 2013