Bisogna continuare a mantenere alta la guardia contro il virus dell’influenza aviara H5N1, soprattutto ora che sappiamo che questo microrganismo ha la capacità di ‘truccare’ il proprio motore per diventare più pericoloso contagiando l’uomo per via aerea.
La virologa Ilaria Capua, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (Izs), che fa capo al minisero della Salute, commenta così, senza mai usare la temuta parola ‘pandemia’, la pubblicazione su Science del famoso studio olandese sul ‘supervirus’ condotto presso l’Erasmus Medical Center dall’equipe di Ron Fouchier.
Anche se i riflettori dei media si sono spenti da tempo, “il virus dell’aviaria è ancora presente in paesi come l’Egitto, la Cina e l’India, dove devasta gli allevamenti avicoli e sporadicamente contagia anche l’uomo, ma solo per contatto diretto con gli animali infetti”, spiega l’esperta. “Questo nuovo studio ci dimostra invece che il virus ha le potenzialità per ‘truccare’ il suo motore aumentando la cilindrata e diventando capace di passare in modo efficiente da uomo a uomo”. Il rischio di una pandemia, a cui Science dedica ampio spazio con uno speciale di ben otto articoli, non deve quindi lasciarci impreparati. “Dobbiamo continuare a monitorare la situazione nei paesi colpiti dal virus per verificare se compaiono le mutazioni individuate da Fouchier: identificarne tre o quattro in uno stesso virus sarebbe un serio campanello d’allarme”.
La scelta della via della trasparenza, dopo mesi di polemiche sulla possibilità di censurare lo studio, consente ora “di avere informazioni condivise che aiuteranno a decidere come intervenire in caso di necessità”, aggiunge Capua. “La pubblicazione dello studio era ormai inevitabile e del resto la vicenda della censura è stata paradossale: se si finanziano degli studi poi non si possono bloccare i risultati. Di certo la situazione poteva essere gestita meglio”, conclude l’esperta
Ansa – 22 giugno 2012