Il Comune di Avio, sindaco in testa, torna a chiedere la «rimozione» dell’orso del Baldo. È l’esito di una serata, molto partecipata, presenti numerosi allevatori che portano le proprie mandrie sul Baldo e Claudio Groff, responsabile del progetto Life Ursus, avviato nel 1997 con l’introduzione di 9 esemplari di provenienza slovena.
E proprio lui è tornato a dire chiaro e tondo come «qualche rischio ci può essere ma non per l’uomo se l’animale, tendenzialmente assai elusivo, viene lasciato in pace». E ha conferato come la presenza di questi grandi onnivori in Trentino sia «la più monitorata al mondo».
Qualche caso di razzie di animali da allevamento, da parte di alcuni soggetti più «problematici» in passato si era verificato. Ma attualmente la Provincia di Trento è in grado di intervenire più velocemente in caso di necessità.
«M11», ormai di casa sul Baldo, si è fatto notare spesso vicino a malghe ed è apparso, in diverse occasioni, non troppo intimorito dalle presenze umane. Ha spiegato Groff: «Ciò è dovuto al fatto che da cucciolo fu catturato, dopo essere rimasto senza madre, e portato al Casteller per qualche tempo prima di essere rilasciato sulla Paganella e quindi appare normale il suo comportamento. Ma se dovranno esserci dei problemi quando sarà adulto verrà di certo rimosso dal territorio… ma per favore non parliamo di ammazzarlo». Di fatto qualcuno in sala aveva lanciato proprio questa proposta.
In chiusura di serata il sindaco di Avio, Borghetti, ha ricordato che è stato richiesto un incontro con il presidente reggente Pacher per chiedere l’allontanamento forzato dell’orso bruno.
L’Arena – 31 gennaio 2013