di Elisa Fais. Sciopero generale dei lavoratori dell’Azienda Ospedaliera di Padova dalle 9 alle 12 di domani. Infermieri, operatori socio sanitari e tecnici sono pronti a incrociare le braccia. Al centro della protesta c’è la grave carenza di personale denunciata da molto tempo dalle sigle sindacali. Secondo Cgil Cisl e Uil servirebbero almeno cento persone in più per riuscire a garantire i livelli di assistenza entro gli standard richiesti.
Via Giustiniani è a rischio paralisi: oltre quattromila lavoratori bloccheranno le attività in corsia. Possono saltare le operazioni chirurgiche programmate, le visite ambulatoriali, gli esami diagnostici e le analisi di laboratorio. Funzioneranno a pieno ritmo invece i pronto soccorso, le rianimazioni, gli interventi urgenti e non rinviabili e saranno garantite tutte le emergenze. «I lavoratori sono stati sensibilizzati, ci aspettiamo un buon numero di adesioni», dichiara Giancarlo Go della Cisl. «Il ritrovo è alle nove di mattina, all’ingresso del piano rialzato monoblocco – policlinico, sulle rampe. In corteo andremo verso la direzione, percorrendo tutta l’area dell’ospedale.
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La protesta si concluderà a mezzogiorno. Già dalle sei e mezza di mattina i rappresentanti delle sigle sindacali inizieranno a fare volantinaggio ad ogni ingresso dell’Azienda ospedaliera, così tutto il personale sarà informato e coinvolto nello sciopero». Hanno dato esito negativo gli incontri che si sono susseguiti nei giorni scorsi.
L’ultimo, tra sindacati e direzione generale, ha avuto luogo lunedì. Ieri, invece, oltre duecento tra infermieri, operatori socio sanitari e tecnici hanno partecipato alle due assemblee straordinarie all’aula magna della Palazzina servizi di via Giustiniani. «Ci stupiamo che la direzione generale non sia stata in grado di fornire i dati legati alla produzione per tener testa all’ipotesi fatta dalla Regione», sottolinea Go. «La Regione ha paragonato via Giustiniani a un azienda sanitaria privata, l’Humanitas di Milano, concludendo che non ci sono le basi per assumere altri cento infermieri e oss. Riteniamo invece che le due strutture sanitarie non siano confrontabili: a Padova abbiamo attività ad alta specializzazione, come l’area trapianti».
Secondo i dati raccolti da Cgil Cisl e Uil, in Azienda ospedaliera in questo momento: ci sono circa 120 gravidanze non sostituite; il turnover è sostituito con ritardo o non sostituito (200 recessi contro 170 assunzioni per l’anno 2014); si riscontra un’età media degli operatori che varia tra i 50 ed i 55 anni; un’anzianità di servizio media tra i 25 ed i 30 anni; 250 dipendenti utilizzano quanto previsto dalla legge 104/92; 550 dipendenti lavorano con prescrizioni permanenti e temporanee. Inoltre permane un arretrato di ferie per dipendente molto elevato, se si tiene conto del fatto che ogni lavoratore ha usufruito solo il 41% delle ferie spettanti sino a oggi.
L’ultimo sciopero generale era stato proclamato nove anni fa, nel 2007, poi revocato per l’approvazione di cento assunzioni. «È assurdo che la Regione continui a parlare di un nuovo ospedale da 650 milioni di euro quando a oggi non si riesce a dare un servizio adeguato ai cittadini con una spesa molto inferiore», aggiunge Go, «Non si può pensare di avere in pronta disponibilità 35 milioni di euro, accantonati in bilancio perché destinati al nuovo ospedale, e non trovare le risorse per assumere nuovi professionisti in Azienda ospedaliera. Non avendo avuto nessun tipo di risposta, siamo obbligati a percorrere la strada dello sciopero. Ricordo che un infermiere che aderisce alla protesta perde circa cento euro di busta paga: non va certo a fare un pic-nic».
Il Mattino di Padova – 14 aprile 2016