Slitta ancora il pacchetto di provvedimenti sulle banche. Il Consiglio dei ministri che sembrava si dovesse tenere oggi si riunirà invece mercoledì prossimo. Salvo nuovi rinvii, sarà quello il giorno per approvare sia la riforma delle banche di credito cooperativo, sia le norme sulle sofferenze bancarie concordate con l’Ue.
E, probabilmente, anche il decreto per regolare gli arbitrati sugli indennizzi a chi ha perso i soldi investiti nelle obbligazioni subordinate delle quattro istituti salvati per decreto dal governo. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare il via libera anche all’altro decreto che riguarda sempre il fallimento pilotato di Banca Etruria, Banca Marche e delle Casse di risparmio di Ferrara e di Chieti. Un testo che non ha bisogno di un passaggio in Consiglio dei ministri. Ma che è il più importante di tutti perché fissa i criteri per calcolare gli indennizzi.
Anche su questo provvedimento, dopo l’annunciata accelerazione delle settimane scorse da parte del governo, c’è stato un rallentamento. Per emanarlo ci sarebbe tempo fino a marzo ma la prossima settima si dovrebbe chiudere. Dal punto di vista tecnico la questione è parecchio complicata ma dal lavoro degli ultimi giorni spuntano importanti novità.
La prima è che, in ogni caso, il rimborso non potrà superare i 100 mila euro. Perché proprio questa cifra? Perché 100 mila euro è il limite del fondo di garanzia dei depositi, cioè la somma massima che può avere indietro chi ha un conto corrente se la sua banca fallisce. Una questione di uniformità delle regole. La seconda novità è che il rimborso sarà pagato probabilmente in due rate. La prima subito, la seconda dopo qualche mese. Questo per evitare che i 100 milioni stanziati per l’operazione si esauriscano prima che i collegi arbitrali abbiano esaminato tutte le richieste. E che qualcuno rischi di rimanere all’asciutto. Il rimborso avrà anche un limite percentuale, si ragiona su una forchetta compresa fra il 30 e il 50% della somma investita nelle obbligazioni subordinate . Ma questa soglia potrà essere superata, arrivando anche al rimborso pieno del 100%, se il risparmiatore è «povero». O meglio se il suo Isee, la formula usata per calcolare la ricchezza complessiva della famiglia, è al di sotto di una soglia ancora da definire. Per il resto vengono confermate le anticipazioni dei giorni scorsi. Per avere accesso agli arbitrati, gli anziani avranno la precedenza rispetto agli altri. Mentre per calcolare la somma da restituire si guarderanno tre cose. Il patrimonio complessivo investito presso la banca e la fetta di quel patrimonio collocata nelle obbligazioni subordinate, prevedendo un rimborso più alto per i piccoli risparmiatori. E infine la violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza previsti dalla legge. Cioè il fatto che il cliente sia stato adeguatamente informato sui rischi che correva comprando quei bond.
Lorenzo Salvia Il Corriere della Sera – 5 febbraio 2016