“Con la riforma della sanità veneta voluta da Zaia che, in questa prima fase vede l’accorpamento delle USL, le criticità sono notevoli nonostante gli attori principali si sforzino in tutti i modi di rassicurare la popolazione che ciò porterà solo a una profonda riduzione della spesa senza intaccare i servizi”. Dura presa di posizione della consigliera regionale Patrizia Bartelle sulle politiche della sanità in Veneto.
“Proprio qui sta il primo punto: si è calcolato che, a regime, questi accorpamenti porteranno in tutto il Veneto un risparmio di circa novanta milioni l’anno (studi dell’Università Ca’ Foscari). Ricordiamo che la fusione nel 1995, delle USLL 29 e 30 (Alto e Medio Polesine) diede vita all’attuale ULSS 18 la quale oggi si trova con un debito spaventoso sulle sue spalle ed ha causato un forte depotenziamento dell’ospedale S.Luca di Trecenta a favore di quello direzionale di Rovigo. La fusione depotenziò il territorio dell’Alto Polesine, ridusse i servizi e produsse una voragine dei conti della stessa ULSS 18” . La consigliera polesana dei 5 Stelle insiste:”Quale deve essere la strada maestra per risparmiare davvero senza depotenziare i territori e senza intaccare i servizi? della stessa USLL 18, quando, scrivendo varie volte alla Regione, proponeva di riprendere in mano tutti quei servizi che erano, e lo sono ancora oggi, stati demandati ai privati così da poter recuperare annualmente ben quattordici milioni di euro. non alberga nella squadra di comando della Regione Veneto tant’è che il suo Presidente sta cercando strade tortuose se non ‘fantasiose’, si pensi all’Azienda 0, per accorpare le varie USLL privatizzando i servizi. Difatti nel pubblico si assistono a tempi direi biblici, nell’effettuare certe prestazioni, mentre nel privato, a costi dei ticket oltretutto più contenuti, questi tempi sono decisamente più brevi. Ma non solo. Questi accorpamenti hanno dimostrato, con dati alla mano, la diminuzione dei posti letto negli ospedali pubblici a beneficio di quelli privati. conoscendo perfettamente le esigenze dei loro territori, possa esprimere pareri vincolanti e non come avviene oggi con un organismo che svolge il ruolo di passacarte ossequioso per convenienze prettamente politiche delle decisioni regionali”.
29 febbraio 2016