Sono numerosi i casi di malattie trasmesse dalle zecche, in provincia di Belluno: in media da 80 a 100 casi di borreliosi ogni anno, e una decina di casi di Tbe, una grave forma di encefalite. L’inverno non troppo freddo ha risparmiato molti di questi parassiti che durante l’estate hanno colpito centinaia di persone.
I servizi di igiene e sanità pubblica di Belluno e Feltre collaborano con l’Istituto zooprofilattico delle Venezie per tenere sotto controllo le zecche tramite la raccolta di campioni in varie parti della provincia e l’analisi dei virus in esso contenuti. Nel 2013 sono stati oltre 40 i casi di malattia di Lyme o borreliosi notificati all’Usl di Belluno (e vista l’incidenza così accentuata si può pensare che uguali siano quelli dell’Usl feltrina) che sono stati curati all’ospedale, mentre due i pazienti colpiti da Tbe, una patologia che può avere delle conseguenze molto gravi e anche mortali. La borreliosi viene curata anche dal medico di base, quindi spesso i casi non vengono notificati, per la Tbe invece è chiaro un calo dei casi negli ultimi anni. «L’anno scorso ne abbiamo curati due», precisa il primario delle malattie infettive dell’Usl 1, Ermenegildo Francavilla che ricorda anni non troppo lontani in cui i pazienti superavano la decina. Le zone del Bellunese dove le zecche sono più diffuse sono il Feltrino (monte San Mauro), e tutte le frazioni alte, la valle del Mis, il Nevegal nella zona verso Ponte nelle Alpi, la Val Canzoi, ma anche alcune zone come San Gregorio, Quero-Vas, Sospirolo e le frazioni alte di Feltre, i monti del Sole, Candaten lungo l’Agordina. Per evitare di essere morsi dalla zecca i medici invitano a seguire alcune semplici indicazioni. Per prima cosa si consiglia di coprire bene gambe e braccia quando si va in montagna, nei prati con erba alta e in giardino, usare uno spray repellente, controllarsi bene quando si torna a casa.
Il Corriere delle Alpi – 20 agosto 2014