L’euro deputato Fi vicentino, leader delle doppiette venete, è incompatibile con la Brambilla. Un ritorno a casa», Sergio Berlato, classe 1959, da Marano Vicentino (Vi), eurodeputato forzista uscente, ha fatto buon viso a cattiva sorte.
Appreso d’essere stato lasciato a piedi nella formazione delle liste per la circoscrizione Nord-Est, è andato subito a bussare a casa di Fratelli d’Italia, ben sapendo che nel Nuovo centro destra l’affollamento sarebbe stato eccessivo per accettare un peso massimo come lui che, d’altra parte, veniva da An dalle cui fila, nel 2004, era andato a Strasburgo con 41mila preferenze nel 2004. Da buon politico, ha fatto di necessità virtù: «Sono stato vicino a Silvio Berlusconi nel momento in cui è stato più in difficoltà», ha detto, «sono un uomo di parola e non avrei potuto comportarmi altrimenti. Oggi che sono libero di scegliere, posso finalmente orientarmi verso quella Comunità (maiuscolo nel testo, ndr) in cui mi sono ritrovato molti anni fa e che oggi torna pienamente ad essere casa mia e di tutte quelle persone che si riconoscono in me e mi seguono da anni». Dopo aver parato il colpo, Berlato è passato all’attacco: incolpando, senza citarla, Michela Brambilla, la rossa deputata forzista che rappresenta l’animalismo in casa berlusconiana. Motivo? L’essere lui una doppietta doc, un cacciatore accanito. »Sono una persona delle centinaia di migliaia esercitante un’attività non in linea con la svolta animalista del presidente e di Forza Italia». Per la verità la sua popolarità fra gli appassionati dell’arte venatoria gli ha creato anche qualche imbarazzo quando, due anni fa, il Pdl aprì la stagione congressuale e quindi il tesseramento. Berlato si fece fotografare alla stazione di Vicenza con un trolley gigantesco, pieno di moduli di richiesta di iscrizione. E nei mesi successi, grazie ai tanti tesserati amici, riuscì a vincere il congresso ottenendo il ruolo di coordinatore provinciale. Peccato che alcuni vicentini, cacciatori, dichiararono d’essersi ritrovati iscritti al Pdl a loro insaputa. Qualcuno ne aveva prelevato i nomi dagli elenchi dell’associazione venataria e li aveva tesserato, pagando pure il contributo. Berlato s’era dichiarato innocente, anche perché gli iscritti all’insuputa non sarebbero stati utili, non trasformandosi in votanti. Sta di fatto che, nell’ottobre dell’anno scorso, a un anno e e mezzo dai fatti, la magistratura vicentina aveva aperto un’inchiesta sull’episodio Lui, Berlato, negli stessi giorni, aveva presentato un esposto contro ignoti sulla gestione degli appalti pubblici in Veneto che, a suo dire, andrebbero sempre ai soliti costruttori. Se ci fosse una relazione causa-effetto fra le due vicende, se cioè Berlato impallinato volesse a sua volta impallinare qualcuno, non è dato sapere. Secondo l’eurodeputato scaricato dal Cavaliere, il fatto però avrebbe pesato non poco sulla sua esclusione: «Ho osato denunciare il malaffare nella gestione degli affari pubblici in Veneto», ha scritto, «vicenda delicata e pesante in cui ci auguriamo si possa fare quanto prima piena luce grazie al lavoro degli inquirenti che stanno cu- rando le indagini». Dopo gli esposti e le esclusioni, ora parleranno le urne. E le preferenze
ItaliaOggi – 19 aprile 2014