Nei primi otto mesi oltre 790mila rapporti di lavoro – tra assunzioni a tempo indeterminato e stabilizzazioni di contratti a termine – hanno beneficiato dell’esonero contributivo della legge di stabilità 2015. Si concentrano al Sud che con 160mila contratti attivati con la decontribuzione (quasi 73mila in Campania), supera il Nord Ovest con 146mila (la Lombardia è al primo posto tra le regioni , sfiorando i 96mila).
Lo rileva l’osservatorio dell’Inps evidenziando come tra gennaio e agosto vi sono stati 1,164 milioni di assunzioni a tempo indeterminato (quasi 300mila in più del 2014), alle quali vanno sottratte 1,073 milioni di cessazioni, con un delta positivo di 91mila rapporti di lavoro (nello stesso periodo del 2014 il saldo era -184mila). Complessivamente i nuovi rapporti di lavoro attivati tra gennaio e agosto sono stati quasi 3,6 milioni (317mila in più del 2014), le trasformazioni di apprendisti e rapporti a termine sono state 331mila (erano 288mila nel 2014). Il totale dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato – considerando le nuove assunzioni, le trasformazioni meno le cessazioni – segna un delta positivo di 423mila rapporti di lavoro, pari a 319mila in più del 2014. Le assunzioni con rapporti stabili rappresentano il 38,2% dei totale dei rapporti attivati o variati, erano il 32,3% nel 2014 e il 35,9% nel 2013. «Il Jobs act porta più diritti e più lavoro» ha commentato su twitter il premier Matteo Renzi.
L’osservatorio che riguarda i lavoratori dipendenti privati e, nel perimetro della Pa, i soli lavoratori degli enti pubblici economici, compresi i somministrati e i lavoratori a chiamata, escludendo i lavori domestici e gli operai agricoli, è relativo ai flussi, ovvero ai movimenti dei rapporti di lavoro che non coincidono con i lavoratori poiché lo stesso lavoratore nello steso periodo può avere più rapporti di lavoro, una cessazione, un’assunzione a tempo determinato, una stabilizzazione. Rispetto al 2014 l’incremento di assunzioni a tempo indeterminato supera la media nazionale del 34,6% in diverse regioni, il tasso più alto si ha in Friuli-Venezia Giulia (+84,5%), Umbria (+61,6%) e Marche (+53,1%), il tasso più basso di crescita in Calabria (+17,3%), Puglia (+16,3%) e Sicilia (+11% sul 2014). Guardando alle fasce d’età per i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato l’aumento sopra la media riguarda le fasce d’età fino a 24 anni (+45,6% di contratti attivati sul 2014) e fra i 25 e i 29 anni (+44%). Tra i settori di attività che per l’osservatorio dell’Inps hanno avuto la maggiore crescita di assunzioni a tempo indeterminato troviamo l’attività estrattiva, l’attività manifatturiere, la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, la fornitura di acqua, reti fognarie, trattamento rifiuti e risanamento. Il lavoro full time è in crescita sul part time: sono 2,2 milioni i nuovi rapporti a tempo pieno (erano 2 milioni nel 2014).
Quanto ai buoni lavoro, tra gennaio e agosto sono stati venduti 71,116 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un aumento medio del 71,3% rispetto allo stesso periodo del 2014 (41,517 milioni), il picco del 98,7% si è avuto in Sicilia e dell’89% in Liguria.
Intanto, la Uil ha diffuso il rapporto sugli ammortizzatori sociali relativo al 2014 quando si sono spesi 23,9 miliardi di euro (+3,6% rispetto al 2013) finanziati da 9,3 miliardi da contributi di lavoratori e imprese e per 14,6 miliardi dalla fiscalità generale. Per la Uil tra entrate e uscite c’è un saldo negativo di 14,6 miliardi di euro, con gli ammortizzatori sociali sono state protette 3,9 milioni di persone (-14% sul 2013). «Un lavoratore su quattro è stato aiutato da almeno un ammortizzatore – spiega Guglielmo Loy – uno su tre nel privato».
Giorgio Pogliotti – Il Sole 24 Ore – 13 ottobre 2015