La centrale che Mirandola sta realizzando nella sua azienda agricola sarà sorvegliata dall´amministrazione. Si tratta di un moderno cogeneratore in grado di produrre energia e concime: resterà in funzione per quindici anni, poi dovrà essere smantellato
Il sindaco si fa la sua centrale, privata, ma come funzionario pubblico dovrà anche tenerla sott´occhio. Questo il paradosso di un progetto del primo cittadino Emilietto Mirandola che sta costruendo, in via Bassa San Giovanni, una centrale a biogas di ultima generazione: i lavori sono già iniziati. Si tratta di un impianto, autorizzato dalla Regione a luglio, in grado di generare un megawatt di energia elettrica. Dopo 15 anni di funzionamento, la centrale sarà completamente smantellata. Non è la prima centrale del paese: un´altra azienda agricola, la Barbirato, ha già realizzato un piccolo impianto, ma quello del sindaco sarà il più potente e il più tecnologicamente avanzato, in grado di produrre anche concime organico.
L´azienda del sindaco fino ad un anno fa era dedicata alla coltivazione del tabacco. Ora Mirandola ha pensato di riconvertirla in produttrice di fonti rinnovabili di energia. Il progetto della centrale è stato presentato in Regione il 20 febbraio 2012 e ha seguito una procedura autorizzativa unica. La conferenza dei servizi l´ha approvato all´unanimità l´11 maggio. La Giunta regionale, invece, l´ha licenziata il 17 luglio e, il 14 agosto, la delibera è stata pubblicata sul Bur della Regione. Sul progetto non ci sono parere contrari, ma alcuni enti, tra i quali lo stesso Comune, retto dal proprietario della centrale, hanno imposto prescrizioni: seri controlli agli scarichi e ai rumori prodotti dai macchinari.
Le prime reazioni delle forze politiche non si sono fatte, ovviamente, attendere. I primi sono stati i militanti del Movimento 5 Stelle i quali, sul loro sito, sotto il titolo «Il sindaco si fa il biogas», hanno pubblicato la delibera regionale e inserito un link che porta alla puntata di «Report» sull´inchiesta sulla proliferazione delle centrali a biogas. Nell´articolo si legge: «Molte centrali non usano rifiuti vegetali, ovvero quella parte di prodotto agricolo che non può essere né consumata né immessa sul mercato, ma potenziale cibo per umani o animali che viene sottratto all´alimentazione. È lo stravolgimento dell´agricoltura».
Il sindaco ha così risposto: «Questa è una centrale realizzata da una impresa agricola e non può utilizzare rifiuti organici, ma prodotti agricoli. Verrà fatto fermentare del letame e altri prodotti, anche mais, ma quello usato per alimentazione animale. Una cosa molto diversa da altre centrali come quella in progetto a Bonavicina, che avrebbe bruciato olio vegetale, di palma o colza, che arrivava da disboscamenti avvenuti oltreoceano. Inoltre produrrà concime organico buono per l´agricoltura biologica».
L´autorizzazione concessa a Mirandola, riguarda la costruzione e l´esercizio di un impianto di produzione di energia, alimentato a biogas, tra Bovolone e Concamarise, su terreni di proprietà del sindaco. La principale risorsa arriverà dalla cofermentazione, in assenza di ossigeno, di biomasse di origine zootecnica (letame bovino) e da biomasse di origine vegetale (produzioni agricole energetiche), ottenute da coltivazioni proprie o in affitto o acquistate sul mercato. La centrale, nel suo complesso, prevede anche la costruzione di un impianto di teleriscaldamento che sarà a servizio della stessa termostazione e servirà anche alla essicazione di quanto resta per ottenere il granulato da usare come concime. La procedura prevede anche che l´azienda fornisca una garanzia, pari a 200 mila euro, che serviranno al ripristino dell´area quando l´impianto, tra 15 anni, verrà dismesso.
I lavori sono già iniziati, come dicevamo, ed entro sei mesi la centrale potrà già funzionare a piene regime.
L’Arena – 26 agosto 2012